Dezső Kosztolányi: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Dezső Kosztolányi==
*''Bruno gonfalone giovanile dei miei capelli | come fatua bandiera sulle fortezze cinte d'assedio, | ahi, schioccavi verso le stelle, | superbo, raggiante. | Che n'è di te? Cosparso d'argento pendi | mollemente sulla mia gran fronte | e sotto sorride, accorta e saggia, | la mia bocca, simile a labbra amare | di soldati in fuga.''<ref>In ''Lirica ungherese del '900'', introduzione e traduzione di [[Paolo Santarcangeli]], Guanda, Parma, 1962, p. 56.</ref><ref>Citato in Folco Tempesti, ''La letteratura ungherese'', traduzione di Paolo Santarcangeli, Sansoni/Accademia, Firenze/Milano, 1969, p. 210.</ref>
*Il [[Gyula Reviczky|Reviczky]] visse con tutta l'anima nel presente. Non aveva paura della prosa. Sapeva, da vero poeta, che in ogni epoca la [[poesia]] strappa un nuovo territorio alla prosa. Ciò che ieri era cosa da giorni feriali, oggi diventa già poesia e anzi questo è la conquista più sostanziale della poesia.<ref>Citato in Paolo Ruzicska, ''Storia della letteratura ungherese'', Nuova Accademia Editrice, Milano, 1963, capitolo LV, p. 676.</ref>
 
==''Poesie''==