Antonio Cocchi: differenze tra le versioni

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Creata pagina con "miniatura|Antonio Cocchi '''Antonio Cocchi''' (1695 – 1758), medico, naturalista e scrittore italiano. ==''Del vitto pitagorico per uso..."
 
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===Citazioni===
*La preferenza poi che la medicina de' [[Scuola pitagorica|Pitagorici]] dava al regolamento del vitto sopra tutti gli altri rimedi, fa molto stimare la loro sagacità [...].
*Ma che diremo noi di quell'altra bella invenzione che pur si dee a Pitagora e che riesce uno de' più potenti ed insieme de' più sicuri e più universali medicamenti, che l'industria umana abbia fin ora saputo trovare, benché per una fatale inavvertenza sia stato molti secoli trascurato, ed in questa nostra felice età finalmente rimesso in uso dalla filosofica medicina? Io intendo del [[Vegetarianismo|vitto Pitagorico]], il quale consisteva nell'uso libero ed universale di tutto ciò che è vegetabile tenero e fresco, e che di pochissima o nulla preparazione abbia bisogno per cibo, radiche foglie fiori frutti e semi, e nell'astinenza da tutto ciò che è animale, o fresco o secco ch'ei sia, o volatile o quadrupede o pesce.
*{{NDR|[[Pitagora]]}} era pieno di quello spirito delicato d'innocente curiosità propria de' veri [[naturalista|naturalisti]], e di quel ragionevole desiderio di conservare più che è possibile tutt'i corpi organici che servono se non altro di giocondo e virtuoso spettacolo, e si conosce in lui un sentimento di provida umanità opposto a quel genio puerile inquieto e divastatore, che in molti si osserva di disfare per le loro voglie benché leggiere qualunque bella ed utile opera della natura.
*Lo [[zucchero]] è natural prodotto delle piante benché estratto con grande ajuto dell'arte.
*Tale essendo la natura e le qualità degli alimenti scelti che compongono il vitto fresco vegetabile, non dee parere maraviglia ad alcuno che con esso solo costantemente usato per qualche tempo [...] si possano felicemente rimuovere alcune infermità altramente invincibili all'arte umana; e se ne possano altre impedire, e universalmente si possa disporre il corpo a sentir meno i danni e i pericoli di qualunque cagione morbifica.
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*Anzi furono i Romani cosi persuasi della bontà superiore del vitto vegetabile, che oltre i privati esempi di esso in molti de' loro grandi vollero stabilirlo colle loro leggi cibarie delle quali furono la Fannia e la Licinia che limitando le carni a parchissima dose permisero proficuamente e indefinitamente tuttociò che dalla terra o dagli arbusti o dagli alberi si raccogliesse.
*{{NDR|[[Plutarco]]}} forse più precisamente d'ogni altro accennò i danni del vitto animale ne' suoi precetti di sanità, e ne' suoi discorsi del mangiare le carni.
*Né la nostra età è stata priva d'esempi d'uomini valorosi per vigore di corpo e di mente, ed insieme bevitori d'acqua e mangiatori d'erbe e di frutti. In certe montagne d'Europa sono anco al presente abitanti che vivono di erbe e di latte molto indomiti e fieri, e i [[Giappone|Giapponesi]] ferocissimi nel disprezzare i pericoli e la morte s'astengono dagli animali, e mille altri esempi sono a tutti noti e di popoli e di persone di somma temperanza congiunta con somma virtù.
*Essendo dunque sì mal fondata l'opinione volgare che condanna il vitto vegetabile per la sanità e tanto loda l'animale, ho io sempre creduto bene l'oppormi ad essa, mosso e dall'esperienza e da quella tenue cognizione delle cose naturali che qualche studio e la conversazione con uomini grandi mi han dato. E sentendo ora che tal mia costanza possa essere stata onorata da alcuni dotti e prudenti medici della loro autorevole sequela, ho creduto mio dovere l'esporre pubblicamente le ragioni del vitto Pitagorico considerato come buono ad usarsi per medicina, e insieme pieno d'innocenza di temperanza e di salubrità. Ei non è privo nemmeno d'una certa delicata voluttà e d'un lusso gentile e splendido ancora, se si voglia volger la curiosità e l'arte alla scelta ed all'abbondanza degli ottimi alimenti freschi vegetabili, come pare che c'inviti la fertilità e la naturale disposizione delle nostre belle campagne.
*Io ho voluto dimostrare con quei mezzi che mi han potuto somministrare le due arti critica e medicina, che Pitagora primo inventore del vitto fresco vegetabile era grandissimo fisico e medico, e non punto alieno dall'umanità più culta e più discreta, uomo prudente ed esperto [...].