Ernst August Friedrich Klingemann: differenze tra le versioni

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'''Ernst August Friedrich Klingemann''' (1777 – 1831), scrittore, drammaturgo e direttore teatrale tedesco.
 
==''I notturni di Bonaventura''==
===[[Incipit]]===
Scoccò l'ora notturna. M'avvolsi nel rivestimento che m'era compagno d'avventura, pigliai la picca e il corno, uscciuscii incontro alle tenebre e annunciai l'ora dopo aver scongiurato gli spiriti mali con il segno della croce.
 
===Citazioni===
*Il teschio non diserta mai la maschera che occhieggia, la vita non è che l'abito a sonagli che il Nulla indossa per tintinnare prima di stracciarselo via di dosso. Che cos'è il Tutto? Nient'altro che il Nulla: esso si strozza da sé, e giù s'ingoia voracemente: ecco a che si riduce la perfida ciarlataneria secondo la quale esisterebbe qualcosa! Se infatti una sola volta lo strozzamento sostasse, il Nulla balzerebbe evidente agli occhi degli uomini da farli inorridire; i folli chiamano eternità questo fermarsi! – Ma no, è proprio il Nulla invece, la morte assoluta – poichè la vita consiste solamente in un ininterrotto morire. Io voglio guardare furente nel Nulla , affratellarmi con lui, in modo da non avvertire più residui umani quando infine mi ghermirà! Con te, vecchio alchimista, vorrei mettermi in cammino; solo, non devi mendicare per ottenere il cielo – non mendicare – espugnalo piuttosto, se ne hai la forza... smettila di mendicare; ti disgiungo a forza le mani! Ahimè! Che è questo – anche tu non sei che una maschera e mi inganni? Non ti vedo più, Padre – dove sei? Al tocco delle mie dita tutto si riduce in cenere e sul suolo non resta altro che una manciata di polvere, mentre un paio di vermi satolli strisciano via di soppiatto... Spargo questa manciata di polvere paterna nell'aria, e che cosa rimane – Nulla! Di fronte, sulla tomba, il visionario ancora indugia e abbraccia il Nulla! E l'eco nell'ossario chiama per l'ultima volta – Nulla!
*In verità noi guardiani di notte e poeti, assai poco ci occupiamo dell'umano daffare diurno; ognun sa che con la luce gli uomini si fanno altamente quotidiani, mentre solo quando sognano valgono qualcosa. (''III'')
*Poiché l'uomo poggia su questa contraddizione: ama la [[vita e morte|vita]] a cagion della [[vita e morte|morte]], ma odierebbe la vita se scomparisse la paura della morte. (''IV'')
*Delle due, solo una cosa è possibile: o gli uomini la pensano alla rovescia, o sono io fuori di strada. Se la maggioranza dovesse decidere, sarei semplicemente perduto. (''VII'')
*Ho osservato che oggi ancora gente rispettabile non è in grado di padroneggiare il muscolo del [[pollice]], come gran copia di scrittori e persone che menan la penna; mi sbaglierò ma questo conferma l'idea di Darwin. (''VIII'')
*«A prenderla sul serio, c'è da finire al manicomio; io però la prendo da Pagliaccio, e proseguo il Prologo fino alla Tragedia.» (''VIII'')
*Dalla gran religione universale annunciata alla Natura con mille iscrizioni, l'umanità è andata frangendosi in minori religioni di stirpi e di popoli per giudei, pagani, turchi e cristiani: questi ultimi poi, ancor non paghi, tornano a suddividersi in varie tendenze. Non altrimenti accade nel manicomio universale. (''VIII'')
*L'amore non è bello: solo il sogno dell'amore rapisce. (''IX'')
*Il ricco e il mendico hanno questa prerogativa sugli altri figli degli uomini: possono soddisfare il loro gusto per i viaggi. (''XV'')
*C'è più grandezza a odiare il mondo che ad amarlo; chi ama agogna, chi odia basta a se stesso. (''XVI'')
*Io non voglio amare, voglio rimanermene freddo e sveglio come si deve per saper ridere d'ogni cosa il dì che la mano gigante s'abbatterà su di me! (''XVI'')
 
==Bibligrafia==
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{{DEFAULTSORT:Klingemann, Ernst August}}
[[Categoria:Drammaturghi tedeschi]]
[[Categoria:Scrittori tedeschi]]