Mafia: differenze tra le versioni

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*Mi rendo conto che c'è un'enorme confusione sul problema della mafia. [...] I mafiosi stanno in Parlamento, i mafiosi a volte sono ministri, i mafiosi sono banchieri, i mafiosi sono quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione. Se non si chiarisce questo equivoco di fondo... Non si può definire mafioso il piccolo delinquente che arriva e ti impone la taglia sulla tua piccola attività commerciale, questa è roba da piccola criminalità, che credo abiti in tutte le città italiane, in tutte le città europee. Il fenomeno della mafia è molto più tragico ed importante. È un problema di vertici e di gestione della nazione, è un problema che rischia di portare alla rovina e al decadimento culturale definitivo l'Italia" ([[Giuseppe Fava]])
*{{NDR|Sul ruolo che svolge l'esperienza [[scuola italiana|scolastica]] nel formare la mentalità mafiosa}} Nessuno ha mai voluto aggredire la vera struttura [[corruzione|corruttiva]] della [[Italia|società italiana]], la classe scolastica. Questi ragazzini che vengono addestrati, nei comportamenti quotidiani, a sviluppare una mentalità mafiosa, fatta di complicità contro le istituzioni [...] una solidarietà omertosa, in cui l'obiettivo comune è dato dall'[[disonestà scolastica|ingannare chi è in cattedra]] [...] e dove gli individui, anziché perseguire il loro scopo, cioè primeggiare per merito, si coalizzano per lucrare il massimo risultato con il minimo sforzo [...] tradendo ogni principio etico individuale, la trasparenza dei comportamenti. ([[Beniamino Andreatta]])
*{{NDR|«Da più parti si dice che dopo le stragi del '92 la mafia sia stata colpita ma solo nella sua struttura militare, non in quella "politica". È andata così?»}} Non mi pare che nella considerazione di questo fenomeno possa essere introdotta una distinzione così netta. La mafia è un incrocio di criminalità violenta, politica e affari. Lo era tra '800 e '900, quando i mafiosi erano uomini di fiducia dei proprietari fondiari. "Facinorosi della classe media", li chiamava Franchetti nel 1877. Lo era anche dopo, quando i mafiosi servivano da terminale periferico di macchine politico- elettorali. Non possiamo insistere su schemi dicotomici come quelli cui lei accennava. Riveleremmo un'incapacità di fondo di capire di che si tratta. ([[Salvatore Lupo]])
*Rimuovendo i [[Mendicante|mendicanti]] non si sradica la causa della povertà ma almeno si cerca di contrastare la mafia che sfrutta questa povertà per fare profitto. ([[Dominique Lapierre]])
*{{NDR|«Dunque, secondo lei, lo Stato ha vinto e la mafia ha perso. Molti però dicono che c'è una nuova mafia...»}} Sì, e allora? Questo non cancella ciò che è avvenuto: uno scontro tremendo conclusosi con l'annientamento del gruppo di comando di Cosa nostra. Si tratta di una vittoria transitoria? Ciò non toglie che sia storicamente molto rilevante. Niente trionfalismi, certo. Lo stato di salute cagionevole (uso un eufemismo) della democrazia e della morale pubblica in Italia, e in particolare in Sicilia, esclude rivolgimenti palingenetici. Però non è giusto né utile dimenticare che questa nostra epoca è diversa da quella sanguinosa di 35 anni fa. C'è un pezzo di opinione pubblica che ragiona come se quei fatti tragici fossero avvenuti ieri, anzi che si sente come bloccata in quel passato. Vogliamo ammetterlo che tanti sforzi, tanti sacrifici - anche della vita - sono serviti a qualcosa? È paradossale e frustrante che uno dei pochi risultati conseguiti in questo Paese non sia riconosciuto. ([[Salvatore Lupo]])