Giuseppe Giusti: differenze tra le versioni

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==''Epistolario''==
*{{NDR|Commento su di un articolo di giornale che critica un suo scritto su [[Giuseppe Parini]]}} Mi[...] mi ripiglia sulla scelta dello stile di quel lavoro, quasi che lo [[stile]] si scegliesse come il panno per farsi una giubba, o piuttosto uno non se lo trovasse addosso bell'e cucito dalla madre natura. (dalla lettera ad [[Alessandro Manzoni]], vol. II, n. 282, p. 219)
*Nella [[gioia]] l'uomo è sbadato, imprevidente, infecondo: le belle qualità dell'animo e della mente o non sono, o non si palesano negli uomini felici: una sventura le fa scintillare come l'acciaio la pietra focaia. (Dalladalla lettera a Giuseppe Vaselli, novembre 1843, vol. I, n. 126), p. 386)
*Quando[...] quando il [[pianto]] non è avvelenato dalla vergogna, il dolore fa bello e fortifica. (dalla lettera a Giacinto Collegno, 10 dicembre 1847, vol. II, n. 323, p. 303)
*{{NDR|Nello scrivere}} Tenetevi tutti lontani da ogni [[eccesso]] e di stile e di passione, e farete cosa utilissima e onestissima. (dalla lettera a Matteo Trenta, Firenze, 14 febbraio 1848, vol. II, n. 329, p. 312)
*Ti sia sempre nella mente che compiacersi dei mali dei nostri simili è crudeltà; rilevarne i difetti è malignità; riportare i fatti o i discorsi dell'amico per nuocergli è perfidia. (a Giovannino Piacentini, 7 dicembre 1840, vol. I, n. 59, p. 264)
*Vorrei che i libri si scrivessero per insegnare, invece si scrivono per mostra di sapere. (dalla lettera a Tommaso Grossi, vol. I, n. 121, p. 370)
 
==''Gingillino''==