Attentati dell'11 settembre 2001: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
+quote
Solo nominato, citazione non pertinente
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 7:
*Con l’11 settembre molto è cambiato: ora è diffusa la coscienza del contingente, dell’effimero, della fragilità. ([[James Francis Stafford]])
*Dall'11 settembre 2001 ho deciso di lasciarmi andare, di arrendermi completamente alla vita. Dopo quella tragedia ho deciso di smetterla di voler controllare tutto, tanto niente si controlla. ([[Shirley MacLaine]])
*Dopo l'11 settembre il dialogo è più che necessario: per svuotare i giacimenti di odio e di diffidenza che rischiano di avvelenare gli animi, di alimentare il terrorismo. ([[Andrea Riccardi]])
*Eravamo basiti, incollati allo schermo, come tutti. Le immagini parlavano da sole, sconvolgenti, abbiamo ancora davanti agli occhi il terribile schianto dei due aerei sulle Torri Gemelle. Furono momenti di sgomento, ma noi dovevamo anche pensare che di lì a poco ci saremmo trovati di fronte il Real... E invece arrivammo allo stadio discutendo solo delle notizie che provenivano da New York. ([[Vincenzo Montella]])
*Il crollo delle torri del World Trade Center e l'incendio al Pentagono sono quel tipo di avvenimenti che ciascuno pensa destinati a mutare il corso della storia, senza peraltro sapere in quale direzione. Momento raro, intenso, veglia d'armi, attesa. Dopo il primo istante di stupore, affiorano le consuete domande che seguono eventi drammatici, alcune relative al passato (chi è stato? perché?), altre al futuro, e tra queste, alcune più inquiete, rassegnate e passive (che cosa accadrà?), altre già più di ordine strategico (che fare? come?). Ciascuna di queste domande coinvolge diversi aspetti. Il loro significato emerge solo moltiplicando gli interrogativi, le considerazioni, le ipotesi. Tutto a un tratto è possibile avere l'impressione che la concatenazione delle cause e degli effetti si estenda progressivamente a tutto lo spazio planetario. Il nostro pianeta ci appare insieme piccolo e pericoloso. La sensazione di trovarsi in trappola, ordinaria e legittima quando colpisce i rifugiati e gli esuli di tutto il mondo, si diffonde anche all'interno delle cosiddette regioni sviluppate. Tuttavia, gli attentati di New York e Washington rivelano anzitutto una situazione preesistente, situazione che l'annientamento di qualche gruppo terroristico o il rovesciamento dei regimi che li sostengono non saranno sufficienti a cambiare. La paura può rendere ciechi. Ma può anche aprirci gli occhi su una realtà che normalmente guardiamo senza vedere. ([[Marc Augé]])