Massimo Moratti: differenze tra le versioni

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*Tendenzialmente sono rimasto in buoni rapporti con tutti [gli allenatori]. Abbiamo vissuto momenti importanti. Io non riesco ad avere sentimenti negativi, anche con chi, purtroppo, ha interrotto il rapporto di lavoro in modo brusco. A volte il calcio è crudele: si devono prendere decisioni delicate, ma sempre rivolte al bene della squadra e della società.
*Felicità e delusioni vanno insieme, non si possono scindere. Non c'è niente da fare. La bellezza di questa squadra è quella di avere sempre avuto nella sua storia un senso artistico da abbinare a una forza da esprimere in campo. C'è una cosa di cui vado orgoglioso... Che questa società è sempre stata condotta da persone per bene. Uomini estranei ai giochetti di potere.
*L'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]] nella sua storia ha avuto sempre dei fuoriclasse. Mi soffermo su stranieri come Wilkes, Skoglund, Angelillo, [[Luis Suárez Miramontes(calciatore 1935)|Suarez]], [[Karl-Heinz Rummenigge|Karl-Heinz Rummenigge]], [[Ronaldo]]... [Italiani] Io ne menzionerei due: [[Giuseppe Meazza|Meazza]] e [[Mario Corso|Corso]]. Poi, è chiaro che si potrebbero fare molti altri nomi, da [[Alessandro Mazzola|Mazzola]] ad [[Alessandro Altobelli|Altobelli]]. Ma il centenario dell'Inter li ricorderà tutti. [...] [[Giacinto Facchetti|Facchetti]] esce dal mazzo, perché ha avuto la capacità di elevarsi rispetto a tutti gli altri, prima in campo come giocatore e poi da dirigente, fino ad arrivare ad essere presidente di questa società.
*Vado [indietro nel tempo] ai giorni difficili dell'Inter di [[Helenio Herrera]]; come si sa, ci sono stati anche quelli. Non si vinceva, i grandi traguardi mancati, problemi. Si viveva un periodo fortemente negativo... Una sera mio padre [Angelo Moratti], che si rendeva conto che la situazione era grave, convocò una riunione e disse, con forza: ''Ora basta, si inizia a vincere''. Bene, fu quella determinazione che emergeva dalle parole di papà a scatenare la reazione. Mio padre fece di tutto, ad ogni livello, in ogni settore, per creare la grande squadra che dominò la scena nazionale ed internazionale: la svolta fu in Herrera, nella squadra, in società, anche nella comunicazione. Per me fu una lezione importante, perché capii che per creare i grandi progetti occorrono pazienza e determinazione. Pazienza nel sopportare i momenti avversi e determinazione nelle scelte da fare.
*{{NDR|Alla domanda "Vedremo uno dei suoi due figli futuro presidente dell'Inter?"}} Sono convinto che entrambi hanno le qualità giuste per poterlo fare. Ma francamente, da padre non glielo auguro.