Ai confini della realtà (serie televisiva 1959) (terza stagione): differenze tra le versioni

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*È qui che l'incubo comincia o forse finisce. È un'esperienza semplice e diretta, incredibile. Eppure quello che sta accadendo è così terribilmente reale per chi lo sta vivendo in questo momento. E il fatto che sia mezzogiorno sembra un fatto di secondaria importanza. Non si riflette mai su ciò che potrebbe accadere a mezzogiorno del giorno dopo o di quello successivo. Ma è di questo che dovremmo preoccuparci. Domani e anche dopodomani. Non pensiamo mai che il tempo possa finire. Invece sarebbe meglio tenere d'occhio il calendario. Era un giorno d'aprile, come tanti ce n'erano stati, la gente passeggiava, guidava, lavorava, discuteva, rideva. Il mondo andava avanti come sempre. C'erano molti problemi di cui occuparsi e crisi da affrontare. C'era la questione di Berlino, l'Indocina, l'Algeria e tanti altri fatti grandi e piccoli, con tutti i loro splendori, le loro miserie a cui ormai ci si era abituati. E poi... Accadde così! Allora non si comprese cosa stava succedendo. Pensavamo di essere preparati a qualunque eventualità, ma non era così. Stavamo annaspando alla ricerca spasmodica di formule matematiche o di immagini quando il Segretario Generale delle Nazioni Unite diede il primo annuncio dell'arrivo di creature aliene dallo spazio. Dicevano di chiamarsi Kanamiti. Un segnale sulle onde corte annunciava il loro imminente sbarco sulla Terra. ('''Michael Chambers''') {{NDR|voce fuori campo}}
 
*Adesso voi tutti farete la conoscenza di un Kanamita. Alto oltre 2 metri e mezzo, per circa 160 Kgchili di peso, provenienza sconosciuta. Perché è qui? Lo vedremo nei dettagli. Tra pochi momenti vi chiederemo di stringere idealmente la mano a un [[Cristoforo Colombo]] di un'altra galassia e fidi un'altra epoca, ai confini della realtà. ('''Narratore''')
 
*Signore e signori della Terra, noi vi salutiamo in pace e amicizia. Veniamo da un pianeta molto oltre la vostra galassia, un pianeta molto più sviluppato della Terra, ma noi veniamo da amici. Sebbene non conosciamo la vostra lingua siamo in grado di comunicare telepaticamente piuttosto che verbalmente quindi la voce che mi permette di parlarvi è un artificio. Le nostre intenzioni sono pacifiche. Desideriamo più di ogni altra cosa aiutare il popolo della Terra. [...] Vorremmo aprire delle sedi diplomatiche e in futuro predisporre visite reciproche tra il popolo della Terra e i Kanamiti. ('''Kanamita''')