JFK - Un caso ancora aperto: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 173:
*Quindi volete sapere chi ha ucciso il Presidente e si è reso complice della copertura? Tutti! Alti ufficiali della CIA, l'FBI, il corpo di polizia di Dallas, tutti e tre i servizi armati, l'alta finanza e la Casa Bianca. Tutti sono colpevoli – tutti eccetto Lee Harvey Oswald. Comunque il film, qualunque sospetto si abbia sull'uso o abuso delle prove, spacca. In parte libro di storia, in parte fumetto, il film corre verso il verdetto senza respiro per tre ore prendendo al lazo fatti e fattoidi, assemblandoli poi in un meccanismo incendiario che ucciderebbe la soddisfazione di qualunque spettatore. L'opera di Stone è, in entrambi i significati del termine, sensazionale: è eccellente giornalismo da tabloid. Nella sua bravura e ampiezza ''JFK - Un caso ancora aperto'' è sediziosamente coinvolgente; nella sua fattura magnificamente complesso. ([[Richard Corliss]])
*Si presenta con tutte le marche del discorso storico, dice di essere storia e prova degli eventi, negando la sua natura di discorso interpretativo e persuasivo: più che far ricordare vuole essere ricordato, perché la verità nascosta (l'unica che merita di restare) in fondo è contenuta soltanto nel film, grazie alle sue straordinarie capacità conoscitive. ([[Dario Edoardo Viganò]])
*Una bugia continua in cui Stone non riesce a trovare un livello di inganno e finzione oltre il quale non è disposto ad andare. ([[Vincent Bugliosi]])
*Una mostruosa sciarada [basata sugli] allucinati belati di uno scrittore di nome [[Jim Garrison]], un discreditato ex procuratore di New Orleans. [...] C'è qualche essere umano sano di mente che davvero crede che il presidente [[Lyndon B. Johnson|Johnson]], i membri della [[Commissione Warren]], gli agenti di polizia, la CIA, l'FBI, svariati criminali, stramboidi e lanciatori di frisbee abbiano tutti cospirato così come nelle bizzarre visioni di Garrison? [...] E poi per quasi 29 anni non è emerso nulla? Ma lo si deve credere se si pensa che una qualsiasi parte di questa folle accusa sia plausibile. [...] Scena dopo scena il signor [[Oliver Stone|Stone]] appiccica insieme le mezze verità e le falsità totali e da questo fabbrica il plausibile. [...] Non mi meraviglio che molti giovani, presi dal film, lascino i cinema convinti di essere stati testimoni della verità. [...] Più o meno allo stesso modo giovani ragazzi e ragazze della Germania nel 1941 furono ipnotizzati da ''[[Il trionfo della volontà]]'' di [[Leni Riefenstahl]], in cui [[Adolf Hitler]] venne rappresentato come un nuovo Dio. [...] Sia ''JFK - Un caso ancora aperto'' che ''Il trionfo della volontà'' sono ugualmente capolavori della propaganda e ugualmente degli imbrogli. Il signor Stone e Leni Riefenstahl hanno un altro legame genetico: nessuno dei due ha inserito un avviso nei propri film avvertendo che i contenuti sono perlopiù finzione. ([[Jack Valenti]])