Luciano Canfora: differenze tra le versioni

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*A [[Ponzio Pilato|Pilato]] si attribuisce a torto la condanna di Gesù. Gli si dà un rango che non gli spetta: era prefetto e, di conseguenza, sulla sua testa c'era il governatore della Siria, la vera autorità politica che dialogava con i poteri locali. (citato in ''Corriere della sera'', 19 ottobre 2006)
*{{NDR|[[Ponzio Pilato]]}} Fu un perplesso che si trovò nella stessa situazione in cui si troverebbe oggi un occidentale – non necessariamente uno statunitense occupante – dinanzi allo scannamento reciproco di sciiti e sunniti. Mentre gli americani hanno scelto di favorire cinicamente gli uni contro gli altri, Pilato aveva da una parte gli ebrei ortodossi e dall'altra Gesù. E ha scelto che se la vedessero tra loro, donde la condanna. (citato in ''Corriere della sera'', 19 ottobre 2006)
*Con [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] Roma diventa tutta l'Italia, compresa la Cisalpina. Roma cioè, in quanto concetto giuridico e politico, si identifica – grazie all' estensione della cittadinanza – con l' intera Italia. (da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2010/settembre/28/Cesare_poi_con_quella_sigla_co_8_100928015.shtml Corriere della sera]'', 28 settembre 2010)
*Noi abbiamo un'idea riduttiva dell'[[Odissea|epos di Omero]], come mero ricettacolo di racconti leggendari. Ma la storicità della vicenda, dall'assedio di Troia alla figura di Agamennone, la spedizione dei principi greci e i loro tormentatissimi ritorni, non sono discutibili. L'archeologia cerca qualcosa che forse c'è stato, pur tra colpi di fortuna ed equivoci. Non è come cercare la Sindone. E [[Omero]] non è un poeta. Lui ci offre un racconto storico scritto in esametri, perché quella era l'unica forma di comunicazione.<ref>Citato in ''[http://www.corriere.it/cultura/10_agosto_24/reggia-ulisse_b1e84e76-af51-11df-bad8-00144f02aabe.shtml Trovata la reggia di Ulisse. Omero aveva ragione]'', ''corriere.it'', 24 agosto 2010.</ref>
 
{{int|«[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2010/novembre/08/Quando_Gladiatore_era_Insulto_co_8_101108079.shtml Quando Gladiatore era un Insulto]»|Corriere della Sera, p. 18, 8 novembre 2010}}
*In politica [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]] apostrofò così {{NDR|Gladiatore}} [[Lucio Sergio Catilina|Catilina]] in Senato e lo stesso fece vent'anni dopo con il triumviro [[Marco Antonio|Antonio]].<br />Un crollo della «Casa dei Gladiatori» sarebbe stato salutato da loro medesimi con uno scatto di entusiasmo. Essi erano infatti schiavi due volte: schiavi come condizione giuridica, e schiavi di quelle armi. Questo stato di cose ne faceva un gruppo a parte, nell'ambito della massa schiavile: una élite alla rovescia.
*[[Karl Marx|Marx]], nei primi mesi del 1861, forse irritato da quella che era parsa la capitolazione di [[Teano]], scrivendo in privato a [[Friedrich Engels|Engels]] commentava: «[[Spartaco]] fu un vero grande generale, non un [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]]!».
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===[[Explicit]]===
Quando si spegnerà il "fondamentalismo occidentalista" che oggi domina la parte più forte e aggressiva dell'Occidente si ricomincerà a comprendere che le differenti parti del pianeta potranno convivere solo se sarà loro consentito di vivere ''iuxta propria principia''.<ref>Presente anche nell'articolo di Luciano Canfora, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2007/marzo/22/ultimo_Impero_co_9_070322065.shtml L'ultimo Impero]'', ''Corriere della Sera'', 22 marzo 2007, p. 51</ref>
 
==Note==