Diego Vitrioli: differenze tra le versioni

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Inserisco citazioni da Xiphias. Maiuscole e minuscole secondo convenzioni.
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*{{NDR|Alessandra Scala incita l'Asino a conseguire la celebrità, approfittando dei nuovi e favorevoli tempi.}} AL. [...] Non però di meno t’ammonisco di camminare a pian passo, lemme lemme, come gli anitroccoli, e conforme a l'andamento delle vergini Canefore; le quali nella sacra pompa di Cerere Eleusina portavano i cofanetti: e ciò perché tu sembri più dotto. Per tal guisa tu pure, spasseggiando per lo lungo del foro, sarai mostrato a dito come ''chiarissimo''. Innumerabili sono oggidì, più che di maggio foglie, gl'italiani '' chiari'' e ''chiarissimi''; sì che in tanta chiaritudine l'Italia non ha più disagio di lume; nè più un nuviletto abbuja l’emisperio nostro. <br/> As. Ah, ah vo' torcere il niffolo! Vedrai piuttosto svolazzar nottole di meriggio; sendo questi uomiciattoli ignoti financo a coloro, che vedonsi all'uscio, e più oscuri del comignolo fuligginoso della cucina. A tal condotta è oggidì l'Italia, che pur i majali, i becchi, il ghiro, i lumaconi, il gattomammone vengon chiamati chiarissimi. O tempi! (Da ''Dialogo Secondo, Delle lettere latine'', p. 54)
*PONT. Orecchioni da Mida! pur dai monumenti alla immortalità consecrati deste lo sbalzo con incomportabile ribalderia a la favella dei Quiriti? Sì forte vi scotta, bigherai? <br/>AS. Per appuntissimo: un italico plebiscito l'ha strabalzata in Arabia ed in Turchia. Olà, italiani; or è d’uopo sbevazzare e trincar del migliore: or è d'uopo far la fiorita nelle vie; e con salti e scambietti dimostrare la pubblica allegria. Poiché il latino già fece il tombolo, non più Italia vivrà in servaggio; ma incappellata del Frigio berretto, splenderà di maggior lume, come luna in quintadecima. (da ''Dialogo Secondo, Delle lettere latine'', p. 60)
 
==''Xiphias''==
*{{NDR|ll lanciatore Meronte rivolgendosi prima del lancio al sacello di Scilla supplica:}} ''deh Scilla, indrizza | al segno il ferro, ch'io palleggio! Avrai | del pesce anciso le adipose spoglie | e 'l rostro penderà dal tuo sacello. | Cariddi, e tu trascorri: io pur di bende | le tue are precinsi, e te solìa | propiziar con piccioletta acerra, | e dèsta sempremai lampa t'accensi. | Sì parla ritto sulla poppa e il ferro | a piombo avventa, e ne trapassa il pesce. | Cade il tridente, ma impigliato al fianco | attiensi del legnetto: in mezzo l'onde | si dimena lo Xiphia, e invan del corpo | di sferrar l'alta lancia s'affatica: | sta la punta mortal nel corpo infissa! | Scelti garzoni a la morente belva | vanno i lacci allentando: ella tuttora | qua e là discorre coi lentati lacci; | e fra la dubbia speme i fuggitivi | spirti richiama, e in su lo stremo istante | tuttor le ciurme ostili ella minaccia: | finché dal corso stanca ed a gran pena | il piagoso pel mar dosso traendo, | sosta, e col sangue anco la vita esala.'' (''Megali del Giudice'', p. 15)
*{{NDR|L'apparizione della Fata Morgana.}} ''Al venir de la Dea, Zeffiro i vanni | agitando, precorre, e il suo susurro | molce il mar che si spiana: ecco già 'l fiotto | mille vapori estolle: ecco già ferve | il laverìo: un vitreo vel si stende | tra le italiche prode e le sicane. | Ve', ve' sul crespo mar quante parvenze! | Templi, castella, archi, palagi, e alfine | tutta in alto ondeggiar vedesi Zancle. | Guarda ognun le confuse aëree tinte | e i prati e il lido, che la spuma innalba, | ed invece d'un legno e d'un sol pesce | ben cento pesci, e cento legni ammira.'' (''Megali del Giudice'', p. 16)
*{{NDR|Il ricordo di Saffo e Faone rivive nelle parole del vecchio marinaio Ombrone al brindisi del banchetto che festeggia la cattura dello Xiphias.}} ''.......... O Saffo, | novella diva a' dii de l'etra aggiunta. | Qual giovinetto, che di carmi è vago, | o che Amor tange e volve, non disìa | su quell'erta montar, cagion di lai? | Chi fior non versa ad ambe mani, e quivi | non impreca a Faòn, core di smalto? | Da l'epiciclo suo spesso, aggiogando | i passeri gemelli a l'aurea biga, | a te scendea Ciprigna, ed oggi il fato | sul pian ti niega di Metimna un sasso, | su cui versando il peregrin qualcuna | goccioletta di pianto, a te ridica: | Saffo carina, addio per sempre, addio.'' (''Megali del Giudice'', pp. 21-22)
*{{NDR|Scende la notte, la fanciulla Clite canta accompagnata dalla cetra un inno.}} ''Scilla, gioia del mar, presente nume! | Per te i nostri garzoni la paventosa | osano provocar bieca Cariddi | ed in mare a le belve tener fronte. | Vienne oramai, i liquidi cristalli | abbandonando, e non spregiar de' nauti | le notturne gazzarre e l'orgie liete. | Già tutto a festa il tempio tuo s'infonda, | e fiammelle vedrai su l'erta splendere | chiostra de' monti, e 'l pelaghetto immobile | riscintillare a le corrusche fiaccole. | Quattro schiette fanciulle in bianca gonna | te innanzi l'ara propizieran cantando, | ed altrettante a suon di frigi calami | a tempo danzeranno a l'ara innante.'' (''Megali del Giudice'', p. 22)
*{{NDR|Merope adempie il voto fatto a Scilla.}} ''.... chinandosi al suol, con la bipenne | dal teschio, che non tocco ivi giacea, | discinde il rostro; alto levansi tutti | i banchettanti, il tridentier gagliardo | ascende al sommo del sacello, ed una | {{sic|voco}} s'ode tuonar di balza in balza: | Salve, Scilla divina, ecco t'inaugura | Meronte vincitor questo trofeo.'' (''Megali del Giudice'', p. 22)
 
==Note==
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==Bibliorafia==
* Diego Vitrioli, ''L'Asino Pontaniano: Dialoghi due giocosi, latinamente dettati e da lui stesso recati in volgare favella.'' Nabu Public Domain Reprints, ISBN 97812862933249 781286293324
*Diego Vitrioli, ''Xiphias'', in G. Megali del Giudice ''L'opera giovanile di Diego Vitrioli'', Reggio di Calabria, Stabilimento Tipografico "Vitrioli" A. D'Angelo & C., 1902; NABU Public Domain Reprints, ISBN 9 781271015269
 
==Altri progetti==
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