Polibio: differenze tra le versioni

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Volume IV delle Storie.
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* [...] in quanto se non avesse accettato le sue condizioni, nessuno dei due sarebbe stato al sicuro: grandi orde di nomadi erano infatti molto vicini, rappresentando un pericolo per entrambi; e se avessero permesso loro di entrare nel paese, sarebbero certamente divenuti barbari. (XI, 34)
*Il giorno dopo, [[Attalo I|Attalo]], in gran pompa, salì in città insieme ai Romani e ai magistrati ateniesi. Erano andati loro incontro infatti non soltanto i magistrati insieme ai cavalieri, ma pure tutti i cittadini accompagnati dai figli e dalle mogli. Come essi si furono riuniti, fu tanto grande, nel corso dell'incontro, la benevolenza manifestata dalle folle nei confronti dei Romani e, ancor più, di Attalo, che più non si sarebbe potuto. Quando Attalo fece la sua entrata nel ''Dipylon'', furono disposti, ad entrambi i lati, le sacerdotesse e i sacerdoti. Poi aprirono tutti i templi, e quando ebbero posto su tutti gli altari delle vittime, pregarono Attalo di compiere il sacrificio. Gli Ateniesi votarono poi in onore di Attalo tante di quelle onorificenze quante non ne avevano mai tributate, con tale velocità, per nessuno dei passati benefattori. Inoltre, crearono pure una tribù con lo stesso nome di Attalo, e lo inclusero così nella lista degli eroi eponimi tribali. (XVI, 25, 5-9; 1998, vol. III, p. 337)
*Quella superstizione religiosa che presso gli altri uomini è oggetto di biasimo, serve in Roma a mantenere unito lo Stato: la religione è più profondamente radicata e le cerimonie pubbliche e private sono celebrate con maggior pompa che presso ogni altro popolo. Ciò potrebbe suscitare la meraviglia di molti; a me sembra che i Romani abbiano istituito questi usi pensando alla natura del volgo. In una nazione formata da soli sapienti, sarebbe infatti inutile ricorrere a mezzi come questi, ma poiché la moltitudine è per sua natura volubile e soggiace a passioni di ogni genere, a sfrenata avidità, ad ira violenta, non c'è che trattenerla con siffatti apparati e con misteriosi timori. Sono per questo del parere che gli antichi non abbiano introdotto senza ragione presso le moltitudini la fede religiosa e le superstizioni sull'Ade, ma che piuttosto siano stolti coloro che cercano di eliminarle ai nostri giorni. (VI, 56, 1970, pp. 133-4)
* La rapida instabilità della [[Sorte]] la si può riconoscere soprattutto in alcuni momenti, quando ci si impegna in certe azioni pensando di farlo a proprio vantaggio, per scoprire poi, inaspettatamente, che si sta operando a vantaggio del nemico. (1998, vol. IV, XXX.10)
* Avrebbero potuto constatare il livello di scandimento della società da questi fatti: che sul mercato i bei giovinetti valevano più delle terre e le anfore di pesce in salamoia più dei conduttori di buoi. (1998, vol. IV, XXXI.25.5a)
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==Bibliografia==
*Polibio, ''Storie'', traduzione di Fausto Brindesi, Rizzoli, 1961.
*Polibio, ''Storie'', Mondadori, Milano, 1970, vol. II.
*Polibio, ''Storie'', traduzione di M. Mari, BUR. Milano, 2001.
*Polibio, ''Storie'', a cura di Roberto Nicolai, premesse, traduzioni e note di Fabio Cannatà, Andrea Ercolani, Maurizio Sonnino, Newton & Compton, 1998.