Luca Coscioni: differenze tra le versioni

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*La battaglia radicale, alla quale sto dando spirito e corpo, è quella per le libertà, e in particolare quella di ricerca scientifica. È una battaglia radicale che non ho scelto, così come Marco Pannella non mi ha scelto e designato alfiere, porta bandiera della libertà di Scienza. È una battaglia radicale che mi ha, ci ha scelto. La stiamo combattendo, così come si vive un'esistenza, percorrendola, sapendo che non la si è scelta, ma che se ne può essere gli artefici nel suo divenire. (''Noi che non possiamo aspettare'', p. 22)
*C'era un tempo per i miracoli della fede. C'è un tempo per i miracoli della Scienza. Un giorno il mio medico potrà, lo spero, dirmi: "Prova ad alzarti, perché forse cammini". Ma non ho molto tempo, non abbiamo molto tempo. E, tra una lacrima e un sorriso, le nostre dure esistenze non hanno bisogno degli anatemi dei fondamentalisti religiosi, ma del silenzio della libertà, che è democrazia. Le nostre esistenze hanno bisogno di una cura, di una cura per corpi e spiriti. Le nostre esistenze hanno bisogno di libertà per la ricerca scientifica. Ma non possono aspettare. Non possono aspettare le scuse di uno dei prossimi papi. (''Noi che non possiamo aspettare'', p. 25)
*Tuttavia, la morte non è la cosa peggiore che possa capitare a chi si imbatte nella [[sclerosi laterale amiotrofica]]. Di gran lunga peggiore, almeno per me, è il fatto di dover comunicare per iscritto o tramite un sintetizzatore vocale, dato che, in tale patologia, sono interessati anche i muscoli che rendono possibile il parlare.<ref>Messaggio sul forum di ''Radicali.it'', ottobre 2000.</ref> (p. 31)
*SLA è la sigla utilizzata per indicare la sclerosi laterale amiotrofica. Per i medici è solamente una sigla, per i loro pazienti evoca uno spettro, un incubo, dal quale non ci si può liberare.<ref>Da un messaggio al presidente della Repubblica, 23 febbraio 2001.</ref> (p. 39)
*Le persone con sclerosi laterale amiotrofica hanno il diritto e il dovere di dare letteralmente corpo ai temi della bioetica, non certo ai temi della bioetica in laboratorio, che non ci competono, ma a quelli della bioetica in politica, cioè della bioetica sulla propria pelle. Il nostro deve essere non un esempio, una mera testimonianza, ma un urlo di dolore e un canto alla vita, che risvegli da un pericoloso stato di torpore da un lato la classe politica europea, dall'altro quella parte del mondo scientifico che ritiene, sbagliando, che per la sclerosi laterale amiotrofica non ci sia niente da fare. Per troppo tempo la sclerosi laterale amiotrofica è stata esorcizzata, come se si trattasse non di una malattia, ma di una punizione divina.<ref>Dall'intervento al Congresso nazionale della ''Asociación Española de Esclerosis Lateral Amiotrofica'', Madrid, 28 giugno 2002.</ref> (p. 125)
 
==Citazioni su Luca Coscioni==