Renato Mucci: differenze tra le versioni

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sistemo ma va approfondita l'enciclopedicità
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==Citazioni di Renato Mucci==
*''[[Morte]], sorella mia | Nata il giorno ch'io nacqui, | Remota e accanto mi sei | Come un miraggio. | Lampada fu il tuo volto alla mia culla. | Sulla tua veste d'ombra | Quante notti dormii. | Lieve mi condurrai | Tenendomi per mano | Lungo l'aria serena di luna | Fino al grande diorama.'' (da ''Alla Morte''<ref>Citato in ''Poesie di Renato Mucci'', ''Corriere della Sera'', 12 marzo 1939, p. 3.</ref>)
*[[Aldo Palazzeschi|Palazzeschi]] vuol solo smaltire tutto l'amaro ch'ha nel sangue [...] e lo smaltisce servendosi di quel mezzo assai consono alla sua natura ch'è [...] l'ironia. Non l'ironia platonica, né l'aristotelica, né quella dei manuali di retorica sorella del sarcasmo, ma, se mai dei romantici tedeschi, consistente in un distacco tra spirito e realtà, tra l'uomo e l'opera, tra l'atto e il fatto; l'ironia che dà luogo ad una tipica figura fenomenologica della cosienza umana: la anima bella. La quale, titubante nel momento in cui dal pensiero si dovrebbe passare all'azione, come se in tale passaggio il pensiero subisse uno scadimento e una contaminazione ad opera dell'azione, ha trovato poche incarnazioni: dallo shakespeariano ''Amleto'' all'ellenico Hölderlin.<ref name=feb>Da ''Il bestiario di Palazzeschi'', ''Il Popolo'', 13 febbraio 1952</ref>
*La nota che più facilmente può rilevare anche lo psicologo meno provveduto, è la serietà di [[Aldo Palazzeschi|Palazzeschi]]: una serietà senza mai broncio, anzi sempre disposta a un'accoglienza amabile, raramente interrotta tuttavia non diciamo dal riso, ma neppure da un sorriso il quale, se appare, subito tende a trasformarsi in una smorfia amara.<ref name=feb/>