Daisetsu Teitarō Suzuki: differenze tra le versioni

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*Finché il [[vedere]] è qualcosa da vedere, non è quello reale; solo quando vedere è non-vedere, cioè, quando vedere non è un atto specifico di vedere in uno stato di coscienza determinatamente circoscritto, è ''vedere nella propria autonatura''. [...] Così, quando il vedere l'autonatura non ha riferimento con uno stato specifico di coscienza, che può essere logicamente o relativamente definito come qualcosa, i maestri Zen lo indicano in termini negativi e lo chiamano ''vuoto di pensiero'', ''vuoto mentale''.
*Tutto ha inizio nell'[[Inconscio]], tutto è nell'Inconscio e tutto sprofonda nell'Inconscio. Non vi è buddhità e perciò nessun funzionamento di essa. Se si risveglia un pensiero e viene individuata una qualunque forma di attività, si ha una discriminazione, un attaccamento, una deviazione dal sentiero dell'Inconscio. Il Maestro resta fermamente nell'Inconscio e rifiuta di lasciarsi trasferire sul piano della coscienza.
*Comunque sia, lo Zen è sempre vicino alla nostra quotidiana esperienza ed è questo il significato della frase di Nansen (Nan-ch'uan) e di Baso (Ma-tsu): «La vostra mente (il vostro pensiero) di ogni giorno è il Tao». «Quando abbiamo fame mangiamo e quando siamo stanchi dormiamo». In questa immediatezza di azione, senza alcun intervento mediatore, quale il riconoscimento di oggetti, la considerazione del tempo, il giudizio sui valori, ecc., l'Inconscio si afferma negandosi.
 
==''Saggi sul Buddhismo Zen''==