*{{NDR|La mattina in cui il marito elaborò la [[Teoriateoria della relatività]]}} Capii subito che qualcosa bolliva in pentola e gli chiesi quale problema fosse a tormentarlo. "Cara" disse lui "ho un’ideaun'idea formidabile,. un’idea[...] un'idea fantastica!"<br />"Allora, per l’amoramor del cielo, dimmi di che si tratta" dissi io. "Non tenermi così in sospeso."<br />"È difficile" disse lui. "La devo ancora sviluppare."<br /> [...] Continuò a suonare il piano e a prendere appunti per circa mezz’ora, poi salì nel suo studio, informandomi che non voleva essere disturbato, e vi rimase due settimane. Tutti i giorni gli mandavo su i pasti e la sera faceva una passeggiatina igienica e poi tornava al suo lavoro.<br />Finalmente uscì dallo studio: era pallidissimo. "Ecco qua" disse stancamente, posando sul tavolo due fogli di carta. E quella era la teoria della relatività.<ref>RiportatoCitato in [[Charlie Chaplin]], ''La mia autobiografia'', traduzione di Vincenzo Mantovani, Mondadori, 1964, p. 383.</ref>
