Marco Tullio Cicerone: differenze tra le versioni

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==''De natura deorum''==
*Dato che la fede negli [[dèi]] non è stata imposta né da una qualche autorità, né da una consuetudine né da una legge, ma è fondata sull'unanime consenso di tutti, se ne deve necessariamente dedurre che gli dèi esistono dal momento che ne possediamo il connaturato o, per meglio dire, l'innato concetto. Dato quindi che ciò che il naturale consenso di tutti gli uomini ammette non può non essere vero, siamo costretti a convenire che gli dèi sono una realtà. (III, 89)
*Durante un viaggio per mare lo stesso Diagora, di fronte alla costernazione dei piloti che, atterriti dalla tempesta, attribuivano quella loro disgrazia al fatto di averlo accolto sulla nave, fece loro osservare che molte altre navi in navigazione sulla medesima rotta si trovavano in pericolo e chiese loro se per caso anche su quelle viaggiasse un Diagora.
*Egli solo [Epicuro] vide, per la prima volta, che gli dèi esistono, poiché è stata proprio la natura ad imprimere nella mente di ogni uomo la nozione degli dèi. C'è forse un popolo, c'è una società di uomini che, pur senza una adeguata informazione, non abbia un qualche presentimento dell'esistenza degli dèi?
*[[Epicuro]] crede che esistano gli dèi, perché è necessario che esista una natura eccellente, della quale nulla possa essere migliore.