Georg Wilhelm Friedrich Hegel: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Replacing Hegel.jpg with File:G.W.F._Hegel_(by_Sichling,_after_Sebbers).jpg (by CommonsDelinker because: File renamed: this is not Idora Hegel). |
|||
Riga 90:
* Per mezzo di Hegel la scienza dell'umanità ha fatto un grandisssimo passo, avendo egli considerata la storia qual parte spirituale della fenomenologia cosmica, e quindi afferrata la legge del progresso precisamente là dove solamente poteva essere colta, cioè nell'essenza dell'ente potenziale. ([[Francesco Bertinaria]])
* Sciupatore di carta, di tempo e di cervelli. ([[Arthur Schopenhauer]])
*Nella misura in cui il [[fascismo]] dipende da una fonte filosofica, non è a [[Nietzsche]], ma a Hegel che si ricollega<ref>{{NDR|Nota presente nel medesimo testo da cui è tratta la citazione}} È noto che l'hegelismo, rappresentato da [[Giovanni Gentile|Gentile]], è praticamente la filosofia ufficiale dell'Italia fascista.</ref>. Ci si rifaccia all'articolo che [[Benito Mussolini|Mussolini]] stesso ha consacrato nell' ''[[Enciclopedia Italiana]]'' al movimento da lui fondato<ref>{{NDR|Ibid. nota precedente}} ''Sub verbo'' «Fascismo». L'articolo è stato tradottoo in apertura di B. Mussolini, ''Le Fascisme'', Denoël et Steele.</ref>: il lessico e, più ancora del lessico, lo spirito sono hegeliani, non nietzscheani; anche se Mussolini vi impiega due volte l'espressione «Volontà di potenza», non è a caso che questa volontà sia solo un attributo dell'idea che unifica la moltitudine...<ref>{{NDR|Ibid. nota precedente}} A proposito del [[popolo]], Mussolini scrive: «Non razza, né regione geograficamente individuata, ma schiatta storicamente perpetuantesi, moltitudine unificata da un'idea, che è volontà di esistenza e di potenza [...]» [''La dottrina del fascismo'', Hoepli, Milano 1936, p. 23]</ref><br /> L'agitatore rosso ha subito l'influenza di Nietzsche: il dittatore assoluto se n'è tenuto a distanza. Il regime stesso si è espresso sul problema. In un articolo su «Fascismo» del luglio 1933, [[Cimmino]] nega ogni filiazione ideologica fra Nietzsche e Mussolini. Solo la volontà di potenza costituirebbe un legame fra le loro dottrine. Ma la volontà di potenza di Mussolini «non è egoismo», essa è predicata a tutti gli italiani dei quali il duce «vuole fare dei superuomini» [sic.]. Perché, afferma l'autore, «qualora fossimo tutti superuomini saremmo soltanto tutti uomini. Che poi Nietzsche piaccia a Mussolini è naturale: vi è nel Nietzsche qualcosa che è stata sempre di tutti gli uomini di azione e volontà». La differenza profonda tra Nietzsche e Mussolini è «nel fatto che la potenza come volontà, la forza, l'azione sono fatti dell'istinto, direi quasi della natura fisica, e la possono avere le persone fra loro più opposte, servendosene per i più diversi scopi; mentre l'ideologia è fattore spirituale, ed è sempre una per tutti quelli che l'accettano». È inutile insistere sull'idealismo scoperto di questo testo
*Questa conferenza. {{NDR|''Le concezioni Hegeliane'' tenuta da Kojève il 4 dicembre 1937 al Collège de Sociologie}} ci sconvolse, non solo per il vigore intellettuale di [[Kojève]], ma per le sue stesse conclusioni. Lei. {{NDR|[[Lapouge]]}} ricorderà che Hegel parla dell'uomo a cavallo che segna la fine della storia e della filosofia. Per Hegel, quell'uomo era [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]]. Ebbene! Kojeve ci svelò quel giorno che Hegel, pur avendo avuto una giusta intuizione, si era sbagliato di un secolo: l'uomo della fine della storia non era Napoleone, ma [[Stalin]]». ([[Roger Caillois]])
|