Slavoj Žižek: differenze tra le versioni

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[[File:Slavoj Žižek 2015.jpg|miniatura|Slavoj Žižek nel 2015]]
'''Slavoj Žižek''' (1949 – vivente), filosofo e psicoanalista sloveno.
 
*Ciò che troviamo nei [[Veda]] è una brutale cosmologia basata sull'uccidere e sul mangiare [...]. Tuttavia, attorno al sesto e quinto secolo a.C., accade qualcosa di nuovo: una radicale «rivalutazione di tutti i valori» sotto forma di una forte reazione universalista contro questa cosmica catena alimentare; il rifiuto ascetico di tutta questa macchina infernale di vita che si riproduce attraverso il sacrificio e il mangiare. Il ciclo della catena alimentare viene ora percepito come un ciclo di eterna sofferenza, e il solo modo per raggiungere la pace è di sottrarsi a esso. (Rispetto al cibo, questo comporta ovviamente il [[vegetarianismo|vegetarianesimo]]: il non mangiare animali morti).<ref>Da ''Vivere alla fine dei tempi'', cap. I.</ref>
*Il modo di liberarci dei nostri [[padrone|padroni]] non sta nel far diventare il genere umano stesso il padrone collettivo della natura, ma nel riconoscere l'impostura nella nozione stessa di padrone.<ref>Da ''Vivere alla fine dei tempi'', p. 342.</ref>
*[{{NDR|Occorre]}} inventare nuove forme di pratica [[politica]] contenenti una dimensione di universalità al di là del capitale.<ref>Da ''Il Grande Altro'', p. 109.</ref>
*CiòLa cheprofonda piùidentificazione profondamenteche "tiene unitainsieme" unai membri della comunità non è tanto l'identificazione con la [[legge]] che regoladomina il corso quotidiano, circuito"normale" della vitasua "normale"vita, quanto l'''identificazione con una specificaalla forma dicomune, trasgressionespecifica della legge, di sospensionetrasgressione della legge''Legge (in termini psicanalitici, con unala forma speciale di godimento caratteristica della comunità).<ref>Da ''Il Grande Altro'', a cura di Marco Senaldi,p. Feltrinelli92.</ref>
*Contro la concezione orientale dell'Assoluto come Vuoto-Sostanza-Fondamento, nascosto sotto i fragili e sfuggenti fenomeni della realtà quotidiana, dovremmo contrapporre la concezione che è la nostra realtà quotidiana quella fissa, inerte, stupidamente presente e che è l'Assoluto quello fragile, perituro e sempre sfuggente. Per dirla diversamente, che cos'è l'Assoluto? Qualcosa che troviamo nelle fugaci esperienze, come il sorriso di una bella donna o persino il sorriso di una persona che fino a poco tempo fa ci era sembrata bruta e repellente. È in questi miracolosi, ma estremamente fragili momenti che viene alla luce, attraverso la nostra realtà, un'altra dimensione. L'Assoluto come tale può facilmente disgregarsi, può troppo facilmente sfuggirci tra le mani, dobbiamo maneggiarlo con cautela, come una fragile farfalla.<ref>Da ''Il fragile assoluto'': "Krhki absolut: enajst tez o krščanstvu in marksizmu danes. Med psihoanalizo in religijo", Analecta, Lubiana, 2000, p. 132.</ref>
*Il nome «[[Patricia Highsmith]]» indica per me un territorio sacro, colei il cui posto tra gli scrittori è paragonabile al posto che [[Spinoza]] occupa per Deleuze (il «Cristo tra i filosofi»). Chi parla di lei deve fare attenzione, perché cammina sui miei sogni.<ref>Da ''Distanza di sicurezza'', traduzione di Marina Impallomeni e Daniele Francesconi, Manifestolibri, Roma, 2005.</ref>
 
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==Bibliografia==
*Slavoj Žižek, ''Il grande altro: nazionalismo, godimento, cultura di massa'', traduzione di Marco Senaldi, Feltrinelli, Milano, 1999. ISBN 88-07-10264-1
*Slavoj Žižek, ''Vivere alla fine dei tempi'', traduzione di Carlo Salzani, Ponte alle Grazie, Milano, 2011. ISBN 978-88-6220-277-0