Virginia Woolf: differenze tra le versioni

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*Provo un'impressione stranissima, ora, come se fossimo tutti coinvolti in qualche enorme operazione: la sensazione dello splendore di questa impresa – la vita: la capacità di morire: un'immensità che mi circonda. No – non riesco a esprimerla – lascerò che maturi in "un romanzo", senza dubbio. (È così che nasce in me lo spunto da cui si coagula il libro.)
*Penso vagamente alla possibilità di morire d'improvviso e mi dico "Beh, allora mangia, bevi, ridi e da' da mangiare ai pesci".
*Credo che che vorrei, per l'avvenire, quest'esistenza più umana: dissiparmi prodigalmente tra gli amici, sentire la vastità e il gusto del vivere umano.
*L'arte è libertà da ogni predicazione – le cose in se stesse, la frase bella in se stessa; mari sconfinati; narcisi selvatici che appaiono prima che la rondine osi.
*Dovrei tendere a un'ampiezza e a un'intensità immense, Dovrei metterci metterci satira, commedia, poesia, narrativa. [...] devono esserci milioni di idee ma nessun sermone – storia, politica, femminismo, arte, letteratura – insomma, un compendio di tutto ciò che so, sento, derido, disprezzo, amo, ammiro, odio e via dicendo.