Erasmo da Rotterdam: differenze tra le versioni

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*Dopo di lui continua a scrivere la buona novella della bontà intelligente il suo discepolo [[Michel de Montaigne|Montaigne]], per il quale l' ''inhumanité'' è il peggiore dei vizi, «''que je n'ay point le courage de concevoir sans horreur''<ref>Che non ho il coraggio di concepire senza orrore.</ref>». [[Baruch Spinoza|Spinoza]] invoca al posto della cieca passione l'''amor intellectualis'', [[Denis Diderot|Diderot]], [[Voltaire]], [[Gotthold Ephraim Lessing|Lessing]], scettici ed idealisti ad un tempo, combattono ogni angustia mentale e propugnano la comprensione e la tolleranza. [[Friedrich Schiller|Schiller]] dà slancio poetico al messaggio dell'internazionalismo, [[Immanuel Kant|Kant]] invoca la pace perenne e sempre, sino a [[Lev Tolstoj|Tolstoi]], a [[Mahatma Gandhi|Gandhi]], a [[Romain Rolland|Rolland]], lo spirito della conciliazione afferma con forza logica il proprio diritto morale accanto a quello della violenza. ([[Stefan Zweig]])
*Il nome di Erasmo al principio del secolo sedicesimo si tramuta da fama letteraria in energia incomparabile; se egli fosse di animo audace, potrebbe valersene come dittatore per una impresa di riforma universale. Ma l'azione non è il suo elemento. Erasmo può chiarire, ma non plasmare, preparare ma non concludere. Non è il suo nome che brillerà in fronte alla Riforma: un altro raccoglierà la messe da lui seminata. ([[Stefan Zweig]])
*La storia non avrebbe potuto creare più grandioso simbolo per questo uomo della moderazione: da Lovanio dovette fuggire perché la città era troppo cattolica, da Basilea perché si faceva troppo protestante. Uno spirito libero ed indipendente, che non si lega ad alcun dogma e non vuol decidersi per alcun partito, non ha patria in terra. ([[Stefan Zweig]])
*Sotto la penna dell'insigne umanista olandese si fronteggiano al femminile Sapientia e Stultitia: la prima, per voler essere austera ad ogni costo, diventa stolta; la seconda, in quanto «forza vitale irrazionale e creatrice», si palesa veramente saggia alla resa dei conti. ([[Paolo Miccoli]])
*Uno dei maggiori uomini di cultura del Rinascimento, Erasmo da Rotterdam, fu portato dalla sua stessa ''humanitas'' a condannare la guerra come «assurdità cattiva, anticristiana, belluina, selvaggia», a disprezzare gli «stolti nomi» di inglesi, francesi, tedeschi e delle altre nazionalità perché il nome di Cristo ci ricongiunge tutti: «il mondo intero è una patria comune» egli scrisse, ma quel mondo non era altro che l'Europa del tempo ed ambiente di Erasmo, ancor sostanziata di sentimento cristiano, ma soprattutto affratellata da uno spirito umanistico di tolleranza e di comprensione. ([[Paolo Brezzi]])