Cavallo: differenze tra le versioni

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Aristotele
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*È meglio lasciare che il cavallo segua la sua strada, e fingere che sia la tua. Non c'è segreto più intimo di quello che c'è tra un cavaliere e il suo cavallo. ([[Robert Smith Surtees]])
*I cavalli compiangono solamente sé stessi o, di tanto in tanto, solamente coloro nella cui pelle riescono a immaginarsi senza fatica. ([[Lev Tolstoj]])
*I cavalli, poi, riconoscono gli alti cavalli con i quali è capitato loro di combattere anche solo sentendone il verso. A questi animali piacciono i prati e le paludi. E infatti bevono l'acqua fangosa. E se essa è pura, essi stessi la intorbidano con gli zoccoli per poi bagnarsi in essa dopo averla bevuta. E infatti, in generale, questo animale è amico dell'uomo così come lo è dell'acqua. ([[Aristotele]])
*L'animale che egli cavalcava era un cavallo rovinato dall'aratro, che con l'età aveva perduto ogni bella qualità, ma conservato tutti i vizi; era magro e irsuto, con un collo da pecora ed una testa a forma di martello, la criniera spelacchiata e la coda erano tutte aggrovigliate con bacche spinose; un occhio era senza pupilla, e guardava fisso come quello di uno spettro, ma l'altro conservava un luccichio davvero diabolico. Pure, a giudicare dal suo nome, «Polvere da sparo», doveva essere stato un tempo un cavallo focoso e vivace. ([[Washington Irving]])
*La soggettività del cavallo cui riferirsi per calcolare i suoi diritti non è la soggettività del cavallo da competizione o da macello murato vivo a vita in un box, ma quella dello stallone che galoppa fiero in mezzo alle cavalle nella prateria sconfinata. ([[Luigi Lombardi Vallauri]])