Giuseppe Siri: differenze tra le versioni
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==Citazioni di Giuseppe Siri==
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*Ho fatto male, perché avrei evitato di compiere certe azioni […]. Vorrei dire, ma ho timore a dirlo, certi errori. Quindi ho avuto un grande rimorso e ho chiesto perdono a Dio. Ho commesso un errore, e oggi lo capisco. Spero che Dio mi perdoni.<ref>In quest'ultima intervista, rilasciata a [[Benny Lai]] il 18 settembre 1988, chiedendo perdono a Dio per non avere accettato la candidatura nei conclavi cui aveva partecipato, Siri lasciò intendere di provare una profonda amarezza per i cambiamenti che avevano interessato la Chiesa dopo il pontificato di Pio XII.</ref> (citato in Sergio Romano, ''[//archiviostorico.corriere.it/2006/giugno/01/Giuseppe_Siri_principe_vescovo_Genova_co_9_060601108.shtml «Giuseppe Siri, principe vescovo di Genova»]'', ''Corriere della sera'', 1 giugno 2006)
*I guai della Chiesa sono derivati da quanto hanno detto e fatto, dopo il Concilio, parecchie persone [...]. Da questo punto di vista, il più pericoloso dei teologi non è [[Hans Kung]], perché sostiene tesi così strampalate che nessuno (o quasi nessuno) gli crede. Il più pericoloso è il gesuita Karl Rahner, il quale scrive benissimo ed ha l'aria di essere ortodosso, ma ha sempre sostenuto che occorre una "nuova teologia". Una teologia cioè che metta da parte Gesù e che vada bene per il nostro secolo.<ref>Citato in Benny Lai ''Il Papa non eletto. Giuseppe Siri, Cardinale di Santa Romana Chiesa'', Laterza, Bari, 1993, pp. 291, nota 20.</ref>
*L'[[Ecumenismo]] non lo si fa andando a metà del ponte, ma piuttosto costruendo ponti, tanti ponti in amorevole fatica, restando fermi sulla riva giusta. (da ''Renovatio'', XI, 1976, fasc. 3, 277-278)
*L'Eucaristia è un atto di amore di Dio, che ha voluto scegliere il pane e il segno della manducazione, cioè della assimilazione, che è la forma più grande con la quale una creatura si può inverare nell'altra, per indicare fino a che punto Dio vuole essere unito a noi e noi uniti a Lui. È per amore! (da ''Omelie per l'Anno liturgico'', ''Fede e Cultura'', 2008)
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