Nico Perrone: differenze tra le versioni

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===[[Explicit]]===
Dopo sarebbero venuti la potenza delle armi, il potere economico, la tecnologia, e soprattutto il saper elevare a dogma di respiro mondiale i propri interessi e il proprio sistema economico-politico. Tutto questo soltanto in parte c’era fin dal principio; nella parte maggiore l’America se l’è saputo costruire, anche andandoselo a prendere altrove. E dopo, ha saputo imporlo come un valore di carattere universale. Si può concludere che a proclamare un’egemonia di quelle dimensioni, nessun’altra potenza ci ha più provato. Ma dopo vaste ferite, Washington ha ormai smesso d’invocare la dottrina di Monroe. Era durata per quasi due secoli.
===Citazioni su ''Progetto di un impero''===
*una ricerca incoraggiata da Fernand Braudel (che ne aveva scritto in Civilisation matérielle, économie et capitalisme, nel 1979), il cui fulcro è sostanziato da una documentazione amplissima. […] Monroe fu tempestivo, a quarant’anni dalla vittoria nella guerra d’indipendenza, nell’impedire il ritorno dell’egemonia spagnola […] dopo l’enunciazione del famoso discorso si consolidò una prospettiva che ha portato alla preminenza americana sull’emisfero occidentale. […] Perrone ha unito alla descrizione del contesto anche una certosina ricostruzione della reazione sorprendente degli indici delle borse di Londra e Parigi, dove gli operatori del tempo ebbero la lucidità di presagire la rilevanza del cambiamento in atto. (Il Foglio, 20 settembre 2013)
*Un messaggio sulle cui premesse ideologiche e proiezione geopolitica Perrone offre uno studio di rilievo […] Le anaisi di Nico Perone, capace di usare vecchi listini di borsa come straordinari documenti storici, indicano infatti l’immediata rivalutazione dei titoli sudamericani e il contemporaneo crollo di quelli portoghesi e soprattutto spagnoli […] Una documentazione storicamente disattesa che consente a Perrone di leggere l’origine della curva geopolitica discendente dell’Europa e ascendente degli Stati Uniti. (Paolo Simoncelli, Avvenire, 19 ottobre 2013)
 
==Bibliografia==