Stefan Zweig: differenze tra le versioni

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==''Erasmo da Rotterdam''==
*Inerme di fronte alla realtà, [[Erasmo da Rotterdam|Erasmo]] trova la sua vera vitalità esclusivamente nell'attività cerebrale.<br /> Soltanto per quest'aura spirituale il sembiante di Erasmo acquista significato: ed è perciò incomparabile, indimenticabile il ritratto di Holbein<ref>Hans Holbein il Giovane; il riferimento è al ritratto Di Erasmo realizzato nel 1523 ed oggi custodito nel Museo del Louvre a Parigi.</ref>, che lo rappresenta nell'istante più sacro, nell'attimo dell'opera creativa, capolavoro fra i suoi capolavori, forse senz'altro la rappresentazione pittorica più perfetta di uno scrittore quando il verbo vissuto si trasforma magicamente in lui nella concretezza visibile dello scritto. Tutti ricordano quel ritratto – chi, infatti, che l'abbia veduto, potrebbe mai dimenticarlo? [...] Per ore ed ore possiamo fissare quel quadro, ascoltare il suo silenzio vibrante, giacché nel simbolo di Erasmo che scrive, Holbein ha eternato la sacra austerità di ogni lavoratore della mente, la invisibile pazienza di ogni vero artista. (da ''Ritratto'', pp. 46-47)
*È fortuna incomparabile nella vita di un artista che egli possa trovare la forma in cui far coincidere armonicamente la somma delle sue capacità. Questo è riuscito ad Erasmo nel suo ''Elogio della pazzia'', grazie a un'idea brillante e perfettamente attuata; qui ritroviamo in fraterno connubio il dotto enciclopedico, l'acuto critico e l'arguto satirico; in nessun'altra delle sue opere si conosce e si riconosce la maestria di Erasmo come in questa sua celeberrima, l'unica, del resto che abbia resistito al tempo. Egli, con mano lieve, quasi inconsciamente ha colpito al centro, nel cuore del tempo stesso [...] (da ''Gli anni della maturità'', p.56)
*Per la prima volta, in grazia di questo libro, intuiamo quanto Erasmo abbia segretamente sofferto della sua razionalità, della sua equità e della sua contenuta temperatezza. Sempre l'artista crea più sicuro là dove darà una forma a ciò di cui egli ha mancanza e nostalgia: così anche in questo caso l'uomo della ragione per eccellenza era il più adatto a poetare l'inno sereno alla follia e a schernire sapientemente gli idolatri della pura sapienza. (da ''Gli anni della maturità'', pp. 62-63)