Stefan Zweig: differenze tra le versioni

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*[[Dickens]] narra con tale precisione, con tale minuziosità, da costringerci a seguire il suo sguardo ipnotizzante. Non aveva lo sguardo magico di [[Balzac]] [...], ma uno sguardo tutto terreno, uno sguardo da marinaio, da cacciatore, uno sguardo di falco per le piccole cose umane. – Ma sono le piccole cose – disse egli una volta – che formano il senso della vita. (da ''Tre maestri: Balzac, Dickens, Dostoevskij'', traduzione Berta Burgio Abrens, Sperling & Kupfer, Milano, 1938)
*Forse nessun uomo ha posto pretese morali tanto alte a se stesso (con sì scarsa capacità di adempiere a un ideale categorico) come [[Heinrich von Kleist]]. (citato in ''Corriere della sera'', 28 luglio 2001)
*Inerme di fronte alla realtà, [[Erasmo da Rotterdam|Erasmo]] trova la sua vera vitalità esclusivamente nell'attività cerebrale.<br /> Soltanto per quest'aura spirituale il sembiante di Erasmo acquista significato: ed è perciò incomparabile, indimenticabile il ritratto di Holbein<ref>Hans Holbein il Giovane; il riferimento è al ritratto Di Erasmo realizzato nel 1523 ed oggi custodito nel Museo del Louvre a Parigi.</ref>, che lo rappresenta nell'istante più sacro, nell'attimo dell'opera creativa, capolavoro fra i suoi capolavori, forse senz'altro la rappresentazione pittorica più perfetta di uno scrittore quando il verbo vissuto si trasforma magicamente in lui nella concretezza visibile dello scritto. Tutti ricordano quel ritratto – chi, infatti, che l'abbia veduto, potrebbe mai dimenticarlo? [...] Per ore ed ore possiamo fissare quel quadro, ascoltare il suo silenzio vibrante, giacché nel simbolo di Erasmo che scrive, Holbein ha eternato la sacra austerità di ogni lavoratore della mente, la invisibile pazienza di ogni vero artista.<ref>Da ''Erasmo da Rotterdam'', traduzione di [[Lavinia Mazzucchetti]], Fabbri Editori, 2000, pp. 46-47.</ref>
*I più commoventi fra questi individui erano per me – quasi m'avesse già sfiorato il presagio del mio futuro destino – gli uomini senza [[patria]], o ancor peggio, quelli che in luogo di una patria ne avevano due o tre e non sapevano interiormente a quale appartenessero. (da ''Il mondo di ieri'', capitolo ''Nel cuore dell'Europa'')
 
==''Erasmo da Rotterdam''==
*Inerme di fronte alla realtà, [[Erasmo da Rotterdam|Erasmo]] trova la sua vera vitalità esclusivamente nell'attività cerebrale.<br /> Soltanto per quest'aura spirituale il sembiante di Erasmo acquista significato: ed è perciò incomparabile, indimenticabile il ritratto di Holbein<ref>Hans Holbein il Giovane; il riferimento è al ritratto Di Erasmo realizzato nel 1523 ed oggi custodito nel Museo del Louvre a Parigi.</ref>, che lo rappresenta nell'istante più sacro, nell'attimo dell'opera creativa, capolavoro fra i suoi capolavori, forse senz'altro la rappresentazione pittorica più perfetta di uno scrittore quando il verbo vissuto si trasforma magicamente in lui nella concretezza visibile dello scritto. Tutti ricordano quel ritratto – chi, infatti, che l'abbia veduto, potrebbe mai dimenticarlo? [...] Per ore ed ore possiamo fissare quel quadro, ascoltare il suo silenzio vibrante, giacché nel simbolo di Erasmo che scrive, Holbein ha eternato la sacra austerità di ogni lavoratore della mente, la invisibile pazienza di ogni vero artista.<ref>Da (da''Erasmo da RotterdamRitratto'', traduzione di [[Lavinia Mazzucchetti]], Fabbri Editori, 2000, pp. 46-47.</ref> )
*È fortuna incomparabile nella vita di un artista che egli possa trovare la forma in cui far coincidere armonicamente la somma delle sue capacità. Questo è riuscito ad Erasmo nel suo ''Elogio della pazzia'', grazie a un'idea brillante e perfettamente attuata; qui ritroviamo in fraterno connubio il dotto enciclopedico, l'acuto critico e l'arguto satirico; in nessun'altra delle sue opere si conosce e si riconosce la maestria di Erasmo come in questa sua celeberrima, l'unica, del resto che abbia resistito al tempo. Egli, con mano lieve, quasi inconsciamente ha colpito al centro, nel cuore del tempo stesso [...] (da ''Gli anni della maturità'', p.56)
*Per la prima volta, in grazia di questo libro, intuiamo quanto Erasmo abbia segretamente sofferto della sua razionalità, della sua equità e della sua contenuta temperatezza. Sempre l'artista crea più sicuro là dove darà una forma a ciò di cui egli ha mancanza e nostalgia: così anche in questo caso l'uomo della ragione per eccellenza era il più adatto a poetare l'inno sereno alla follia e a schernire sapientemente gli idolatri della pura sapienza. (da ''Gli anni della maturità'', pp. 62-63)
*Questa ''Laus stultitiae'', apparentemente scherzosa, fu, sotto la larva carnevalesca, uno dei libri più pericolosi del tempo suo; e quello che oggi si presenta a noi solo come leggiadro fuoco d'artificio, fu in realtà un'esplosione che aprì il cammino alla Riforma tedesca [..] (da ''Gli anni della maturità'', p. 63)
*[...] nel secolo dell'angusto fanatismo dogmatico questo grande umanista pronunzia la parola mirabile e amplificatrice: «Dovunque tu trovi la verità, considerala cristiana». In tal modo sono gettati i ponti verso tutte le epoche e le terre. [...] Nulla che abbia mai rappresentato un valore notevole dell'etica o dell'ingegno, secondo la concezione erasmica potrà venire separato dal cristianesimo con rigido argine, giacché nell'ambito umano non vi sono verità cristiane o pagane, ma in tutte le sue forme la Verità è divina. (da ''Gli anni della maturità'', p. 67)
*Erasmo può chiarire, ma non plasmare, preparare ma non concludere. Non è il suo nome che brillerà in fronte alla Riforma: un altro raccoglierà la messe da lui seminata. (da ''Gli anni della maturità'', p. 71)
 
==''Il candelabro sepolto''==
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==Bibliografia==
*Stefan Zweig, ''Erasmo da Rotterdam'', traduzione di [[Lavinia Mazzucchetti]], Fabbri Editori, 2000.
*Stefan Zweig, ''Il mondo di ieri'', traduzione di Lavinia Mazzuchetti, Mondadori.
*Stefan Zweig, ''L'agnello del povero'', traduzione di Lavinia Mazzuchetti, da ''IL DRAMMA'', Anno 25°, n. 151, 1952.