Walter Bonatti: differenze tra le versioni

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*Invano attendiamo che Lacedelli e Compagnoni ricompaiano. Riprendiamo a chiamare, a chiedere aiuto, ma nessuno più si farà vivo per tutta la notte.<br />Come un marchio di fuoco sento che qualcosa di grave si sta imprimendo nel mio animo.<br />Alternando una promessa a una preghiera, convinco Mahdi a sedere accanto a me. Resosi conto che i due lassù ci avevano abbandonati, adesso il compagno voleva a ogni costo ritornare all'ottavo campo e lo manifestava con gesti dissennati. Per due volte ero riuscito a trattenerlo quando gli capitò di trovarsi sul punto di cadere a capofitto.<br />Mi tolgo i ramponi dai piedi per favorire la circolazione del sangue. (p. 40)
*Ore 23. Cinque cuori esultano per la stessa conquista, nella stessa tenda all'ottavo campo. I loro nomi sono: Abram, Gallotti, Compagnoni, Lacedelli, io. In questo momento, e solo per questo momento, mi impongo di dimenticare il resto. Ma cancellare per sempre dalla mente una simile esperienza sarebbe ingiusto. Fatti come questo, segnano indelebilmente l'anima di un ragazzo e ne scuotono l'assetto spirituale, ancora acerbo. (p. 46)
*Monte Argentario, 18 aprile 2001<br />Al Presidente della Repubblica [[Carlo Azeglio Ciampi|CARLO AZEGLIO CIAMPI]] Palazzo del Quirinale -- Roma<br />Signor Presidente<br />Ho appena visto al telegiornale la cerimonia svoltasi al Quirinale in onore del prof. Ardito Desio per il suo 104° compleanno. Lei lo ha premiato con un prestigioso riconoscimento che assume il massimo valore proprio perché consegnato dalle Sue mani.<br />Anch'io come tanti rispetto il traguardo anagrafico del professor Desio e la sua opera di studioso; ben diverso credo sia invece il suo merito come Capo della riuscita Spedizione Nazionale Italiana per la conquista del K2, nel 1954.<br />La stimo, moltissimo, Signor Presidente, ed è la ragione per cui mi pernottopermetto di inviarLe questo mio libro sperando che trovi il tempo per sfogliarlo: è la storia postuma di questa grande Spedizione Nazionale, di cui ho fatto parte.<br />Non è tanto la mia vicenda personale che intendo portare alla Sua conoscenza, essendo essa complementare all'impresa, bensì voglio informarLa sul falso storico contenuto, tuttora, nelle relazioni e nei documenti ufficiali della conquista del K2; un falso storico ormai riconosciuto come tale nel mondo intero.<br />Vorrei dunque che una persona come Lei fosse totalmente informata sull'argomento, poiché la posizione ufficiale di questo fatto non fa certo onore al nostr Paese.<br />Grazie per avermi ascoltato.<br />Con il massimo rispetto e ammirazione<br />(Walter Bonatti) (p. 201)
*Passarono ancora altri anni, e nel 1993 ecco un fatto inspettato che giunge ad avvalorare ulteriormente le testimonianze raccolte in ''Processo al K2''. Un chirurgo di Melbourne, il professor Robert D. Marshall, scopre nell'edizione inglese di ''Berge der Welt'' (del 1955), e rende note, due fotografie che mostrano Compagnoni sulla cima del K2 appena raggiunta: sul volto porta ancora la maschera, collegata da un lungo tubo alle bombole di ossigeno, posate ai suoi piedi... Ecco, lampante e inequivocabile, la definitiva dimostrazione del falso sull'ossigeno.<br />Siamo giunti al quarantesimo anniversario della conquista del K2, e il CAI, finalmente, annuncia la tanto attesa revisione storica dell'assalto finale alla grande montagna.<br />Ma è proprio qui che si manifesta il ''bluff'' del Club Alpino Italiano, ovvero l'inganno di considerare, come pretesa revisione storica, una motivazione niente affatto pertinente alla reale «pietra dello scandalo». Cosa quindi mai da nessuno ritenuta «sospetta».<br />Così il CAI Centrale si limita a «riconoscere a Bonatti il giusto merito per l'apporto alpinistico da lui dato alla vittoria del K2»... E chi mai, fin dall'inizio, ne aveva dubitato? Risultò insomma, tout court, una finta, assurda e persino ridicola revisione storica. (pp. 206-207)
*Ebbene, ormai mancano solo due mesi alla celebrazione del 50° anniversario della conquista, ma, dall'aria che tira, già sembra di poter dire che ogni divergenza sui fatti del K2 verrà, maldestramente come sempre, insabbiata e dunque ignorata nei testi ufficiali. E con ciò quel siffatto CAI, commemorando l'impresa del 1954, ancora una volta vorrà farci credere di aver assolto totalmente i suoi obblighi, il suo dovere morale sulla tanto avversata – ma che rimarrà insoluta – questione K2. (p. 258)