Daisetsu Teitarō Suzuki: differenze tra le versioni

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*Sul piano [[Psicologia|psicologico]] si può anche dire che lo Zen libera energie in noi accumulate, di cui nelle circostanze normali non siamo consci.
*Egli {{NDR|il [[Buddha]]}} sapeva che ciò che aveva realizzato nello stato di illuminazione della sua mente non avrebbe potuto essere trasmesso ad altri e che, ove fosse stato trasmesso ad altri, questi non lo avrebbero compreso. [...] Egli può aver avute sue idee proprie circa i problemi filosofici che a quel tempo occupavano la mente degli [[Induismo|Indù]], ma, come ne era il caso per altri capi religiosi, il suo interesse principale non verteva sulla speculazione in quanto tale, bensì sui risultati pratici di essa. Egli era troppo impegnato a strappar via il dardo avvelenato confittosi nella carne per darsi ad una ricerca sull'origine, sulla materia e sulla costituzione di esso - a tanto, diceva, una vita è troppo breve.
*Non si può realmente separare l'azione dall'agente, la forza dalla massa, la vita dalle sue manifestazioni. [...] Se trasferiamo queste separazioni dal pensiero alla realtà faremo sorgere una quantità di difficoltà d'ordine non solo intellettuale ma anche morale e spirituale, per via delle quali in seguito avremo da soffrire angosce d'ogni genere. È ciò che il Buddha riconobbe, chiamando ignoranza (''avidyā'') l'atteggiamento corrispondente. Di ciò, la dottrina mahāyānica della ''çūnyatā'' (del «vuoto») fu la naturale conclusione.
 
==Bibliografia==