Jacques Joseph Duguet: differenze tra le versioni

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==''Trattato sugli scrupoli''==
*Un'eccessiva [[attenzione]] nell'esaminarsi e nell'osservare tutte le proprie azioni e tutti i propri motivi, degenera infine in incertezza. Più ci si guarda da vicino e per lungo tempo, meno ci si conosce. (da ''Parte seconda, Articolo settimo, Una attenzione eccessiva nell'esaminare se stessi e i propri motivi'', p. 101)
*È del resto molto difficile ben [[giudizio|giudicare]] se stessi. Si è troppo interessati in questo esame, e con ragione sospetti. Gli uni sono troppo indulgenti; gli altri, per paura di cadere in questo difetto, diventano eccessivamente puntigliosi. I primi evitano di conoscersi, e gli altri non credono di conoscersi se non in quanto si condannano. (da ''Parte seconda, Articolo ottavo, Difficoltà nel ben giudicare se stessi'', p. 103)
*Il [[diavolo|demonio]], che conosce ancor meglio di noi, le dannose conseguenze degli scrupoli, ne suggerisce la materia con artificio, e prende cura di mantenerne l'effetto con una profonda malizia.(da (''Parte seconda, Articolo undicesimo, La malizia del demonio ben istruito dei dannosi effetti degli scrupoli'', p. 109)
*[...] non c'è che la [[verità]] che porta la calma e la pace. Tutto ciò che non ha questo fondamento svanisce; e quando è Dio che riprende, gli uomini invano tentano di acquietare. (da ''Parte terza, Articolo quinto, Discernere nello stesso scrupolo ciò che ci può essere di reale e fondato'', p. 121)
*Non è possibile infatti sostenere a lungo ciò che non si ama, o amare ciò che non contribuisce che a far soffrire. Ed ecco come da un eccesso di minuzie si passa all'eccesso opposto; e {{sic|e}} chi non ha saputo sopportarsi nelle proprie imperfezioni, leggere o immaginarie, cade in vizi reali e non scusabili, che hanno avuto inizio dall'imprudenza di rendere penosi la virtù e il bene, mentre era necessario far di tutto per accrescerne il gusto e il piacere. (da ''Parte quarta, Dannosi effetti degli scrupoli'', p. 143)
*Si deve solamente prestare attenzione a non confondere la tentazione con il peccato. l'[[orgoglio]] ci precede, ci segue, si pianta al nostro fianco, ma questi posti non sono il nostro cuore. Esso rimane fermo, malgrado le importune assiduità, a patto che non consenta all'impressione che fa sull'immaginazione; tutto il rumore è all'esterno; e la coscienza resta pura.<br /> Molto giusto è il paragone con l'ombra. Essa segue il corpo, ma non ne fa parte. Essa imita tutti i suoi gesti e tutte le sue azioni, ma non ne è il principio. Nessuno può evitarla, ma la sua presenza non cambia niente. (da ''Parte quinta, Articolo quinto, Scrupoli in rapporto ai motivi delle opere buone'', pp. 173-174)
*[...] come sarebbe indiscreto lo zelo di un uomo che, camminando nelle strade di una grande città, vuole distribuire i suoi consigli a tutti quelli che giudica meritarli, così sarebbe indiscrezione il pretendere di riformare tutto quello che dispiace in una comunità. La prima e legittima correzione fraterna è l'esempio. La preghiera fatta in segreto è un'altra ancora più utile. (da ''Parte quinta, Articolo sesto, Scrupoli in rapporto alle omissioni di doveri che si ritengono certi'', p. 185)
*L'esperienza insegna tutti i giorni che coloro che avevano meno contato sulle loro forze, restano fermi nelle grandi prove; e che quasi tutti coloro che non avevano temuto il pericolo prima che fosse presente, non fanno alcuna resistenza e cedono mollemente alle prime apparenze. <br /> Noi ignoriamo il fondo delle nostre disposizioni. É l'occasione che lo scopre. Agli uni il pericolo toglie il coraggio, e agli altri toglie la paura. Gli uni cominciano allora a fare riflessioni, e gli altri cessano di farne. È un segreto nascosto nel fondo del cuore: ''Latent ista in viribus animorum.'' O piuttosto è un mistero nascosto nei giudizi di Dio, che non è permesso di sondare. (da ''Parte quinta, Articolo settimo, Scrupoli in rapporto a doveri che il pensiero previene e che ci si persuade di non avere la forza di eseguire'', pp. 194-195)
 
==Bibliografia==