Muriel Barbery: differenze tra le versioni

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*Quando la [[malattia]] entra in una casa non si impossessa soltanto di un corpo, ma tesse tra i cuori un'oscura rete che seppellisce la speranza. (p. 65)
*Dove si trova la [[bellezza]]? Nelle grandi cose che, come le altre, sono destinate a morire oppure nelle piccole che, senza nessuna pretesa, sanno incastonare nell'attimo una gemma di infinito? (p. 83)
*Voi non lo percepite quando qualcuno odia sé stesso? Diventa un morto pur essendo vivo, anestetizza i cattivi sentimenti ma anche quelli buoni, per non provare il disgusto di sé. (p. 86)
*Lo [[zabaione]] è l'emblema della cucina francese: una cosa che vuole essere leggera ma che ammazza qualunque cristiano. (p. 87)
*L'[[eternità]] ci sfugge. (p. 91)
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*Negli [[scacchi]], per vincere bisogna uccidere. Nel [[Go (gioco)|go]], bisogna costruire per vivere. (p. 106)
*Se penso al go... Un gioco che ha come scopo la costruzione di un territorio è per forza un bel gioco. Ci possono essere delle fasi di combattimento, ma sono solo in funzione della meta finale, far vivere i propri territori. È dimostrato che nel go per vincere bisogna vivere, ma anche lasciare vivere l'avversario, e questo è uno degli aspetti più riusciti. Chi è troppo avido perde la partita: è un sottile gioco di equilibri in cui bisogna essere in vantaggio senza schiacciare l'altro. (p. 108)
*Quando sono angosciata, mi ritiro nel mio rifugio. Non c'è nessun bisogno di viaggiare; mi basta raggiungere le sfere della mia memoria letteraria e il gioco è fatto. Quale distrazione più nobile, quale compagnia più amena, quale trance più deliziosa di quella letteraria? (p. 117)
*[...] temiamo il [[domani]] solo perché non sappiamo costruire il presente, e quando non sappiamo costruire il presente ci illudiamo che saremo capaci di farlo domani, e rimaniamo fregati perché domani finisce sempre per diventare oggi, non so se ho reso l'idea. (p. 123)
*Ecco a cosa serve il [[futuro]]: a costruire il presente con veri progetti di vita. (p. 124)
*Sapete cos'è l'[[insaputo]]? Per gli psicanalisti è frutto delle insidiose manovre di un inconscio nascosto. Che teoria aleatoria, in verità. L'insaputo è il segno più dirompente della forza della nostra volontà cosciente, la quale, quando la nostra emozione vi si oppone, usa tutte le astuzie per raggiungere i propri scopi. (p. 130)
*Madame Michel ha l'eleganza del [[riccio]]: fuori è protetta da aculei, una vera e propria fortezza, ma ho il sospetto che dentro sia semplice e raffinata come i ricci, animaletti fintamente indolenti, risolutamente solitari e terribilmente eleganti. (p. 137)
*Non vediamo mai al di là delle nostre certezze e, cosa ancora più grave, abbiamo rinunciato all'incontro, non facciamo che incontrare noi stessi in questi specchi perenni senza nemmeno riconoscerci. Se ci accorgessimo, se prendessimo coscienza del fatto che nell'altro guardiamo solo noi stessi, che siamo soli nel deserto, potremmo impazzire. (p. 139)