Gwynne Dyer: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Gwynne Dyer==
{{cronologico}}
*Il primo ministro ungherese {{NDR|[[Viktor Orbán]]}} è un abile demagogo, e gli ungheresi sono molto suscettibili al fascino degli agitatori nazionalisti.<ref>Da ''[http://www.internazionale.it/opinione/gwynne-dyer/2015/02/24/la-democrazia-illiberale-di-viktor-orban La democrazia illiberale di Viktor Orbán]'', ''Internazionale.it'', traduzione di Andrea Sparacino, 24 febbraio 2015.</ref>
*L'intera carriera politica di [[Benjamin Netanyahu|Netanyahu]] è stata dedicata al sabotaggio degli [[accordi di Oslo]] del 1993 (che prevedevano la convivenza pacifica di uno [[Stato di Palestina|stato palestinese]] accanto a quello ebraico) e all'insediamento di un numero talmente elevato di coloni nei territori occupati da rendere la nascita di uno stato palestinese fisicamente impossibile.<ref>Da ''[http://www.internazionale.it/opinione/gwynne-dyer/2015/03/19/israele-netanyahu-vittoria Il prezzo della vittoria di Netanyahu]'', ''Internazionale.it'', traduzione di Andrea Sparacino, 19 marzo 2015.</ref>
*{{NDR|Sull'intervento della coalizione internazionale contro l'[[IS]] e [[Al Qaeda]] nello [[Yemen]].}} L'[[Arabia Saudita]] e le altre monarchie del golfo (Giordania, Kuwait, Bahrein, Qatar, Emirati Arabi Uniti e perfino il Marocco) hanno inviato i loro aerei per bombardare lo Yemen. Egitto, Giordania, Sudan e Pakistan hanno offerto truppe di terra. Gli Stati Uniti (che hanno appena allontanato dallo Yemen le loro ultime truppe) hanno promesso “assistenza"assistenza logistica e d’intelligence”d'intelligence". Nella pratica, però, difficilmente la coalizione tra statunitensi e arabi sunniti invierà un numero consistente di soldati nello Yemen, anche perché il paese è da sempre un cimitero di eserciti stranieri, dal tempo dei romani agli ottomani.<ref>Da ''[http://www.internazionale.it/opinione/gwynne-dyer/2015/03/27/yemen-bombardamenti Le conseguenze indesiderate dei bombardamenti sullo Yemen]'', ''Internazionale.it'', traduzione di Andrea Sparacino, 27 marzo 2015.</ref>
*E infine ci sono i brutti: i paesi che semplicemente non vogliono accogliere i [[rifugiati]] perché sono diversi. Come la [[Slovacchia]], che ha dichiarato che potrebbe accogliere qualche centinaia di profughi, ma solo se cristiani, o l'[[Ungheria]] e la [[Repubblica Ceca]], che stanno pensando di schierare l’esercitol'esercito ai loro confini per tenere fuori i migranti. Tutti questi paesi hanno vissuto sotto la dominazione sovietica per due generazioni, il che era più o meno come vivere in una caverna. Non hanno praticamente alcuna esperienza in fatto d'immigrazione, e al loro interno è frequente sentire gente che fa commenti [[razzismo|razzisti]] o [[antisemitismo|antisemiti]] senza la minima vergogna. In un certo senso, vivono ancora negli anni cinquanta. Non è una scusa, ma è una spiegazione.<ref>Da ''[http://www.internazionale.it/opinione/gwynne-dyer/2015/09/04/profughi-unione-europea-germania La crisi dei profughi è solo all'inizio]'', ''Internazionale.it'', traduzione di Federico Ferrone, 4 settembre 2015.</ref>
*{{NDR|Sulla [[Guerra civile siriana]].}} È facile definire la strategia statunitense in Siria, anche se è più una lista dei desideri che una vera strategia. Si tratta di “contenere”"contenere" il terribile gruppo Stato islamico che controlla ormai la Siria orientale e l’Iraql'Iraq occidentale, oltre che rovesciare la brutale dittatura di Bashar al Assad e sostituirla con delle forze ribelli “moderate”"moderate".<ref>Da ''[ http://www.internazionale.it/opinione/gwynne-dyer/2015/10/28/russia-siria-trattativeIltrattative Il futuro della Siria secondo la Russia]'', ''Internazionale.it'', traduzione di Federico Ferrone, 28 ottobre 2015.</ref>
*[[Abu Muhammad al-Jawlani|Abu Muhammad al Golani]] è un fanatico islamista, un tagliatore di teste (anche se moderato) e leader del Fronte al nusra, una filiale di Al Qaeda classificata dagli Stati Uniti come organizzazione terroristica. Ha trascorso quasi un decennio a uccidere le truppe d’occupazioned'occupazione statunitensi e i civili sciiti in Iraq quando faceva parte dell’organizzazionedell'organizzazione estremista sunnita nota oggi come Stato islamico (Is), prima di tornare in Siria nel 2011.<ref>Da ''[http://www.internazionale.it/opinione/gwynne-dyer/2015/12/18/siria-cessate-il-fuoco In Siria un cessate il fuoco è meglio di niente]'', ''Internazionale.it'', traduzione di Federico Ferrone, 18 dicembre 2015.</ref>
 
==Note==