Carne: differenze tra le versioni

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*Nel reparto delle carni non si trovano più tagli con l'osso. È stato calato deliberatamente un sipario fra noi e il luogo di provenienza dei cibi. Le industrie non vogliono che si sappia la verità: se il consumatore la conoscesse, non comprerebbe. Seguendo a ritroso la filiera produttiva di queste confezioni di carne, non troveremmo di certo una fattoria, ma una fabbrica. La realtà è ben diversa da ciò che si crede. La carne viene lavorata da grandi multinazionali che hanno poco a che fare con tenute agricole e allevatori. (''[[Food, Inc.]]'')
*Ora {{NDR|dopo aver smesso di mangiarla}} l'odore della carne mi sembra ripugnante, sento la puzza di sostanze putrefatte. Il mio corpo la rifiuta. Credo che sia come quando uno smette di fumare: quando trovi qualcuno che ti fuma accanto, stai malissimo. [...] E poi, non dimentichiamoci che per noi italiani la carne è un mito, uno status symbol: i miei genitori non la mangiavano mai, non se la potevano permettere e noi siamo cresciuti imbottiti di polpette. È stata una conquista. La mia è stata quella di riuscire a farne a meno. ([[Red Ronnie]])
*Osservando a fondo, in una prospettiva globale, la nostra alimentazione, possiamo renderci conto che la produzione della carne è un enorme salasso di risorse per il pianeta. (''[[Mangiare zen]]'')
*Pensa all'ambiente e alla scarsità di cibo: non c'è differenza etica tra mangiare carne e buttare un'enorme quantità di cibo nella pattumiera, perché gli animali che mangiamo trasformano solo una piccola frazione del cibo che ingeriscono in calorie di carne: ci vogliono da sei a ventisei calorie di mangime perché un animale produca una sola caloria di carne. ([[Jonathan Safran Foer]])
*Per ottenere un chilo di carne bisogna dare a un manzo dieci chili di cereali. Questo rapporto dispendioso si accompagna a una fredda razionalità: come produrre la maggior quantità possibile di proteine animali nel minor tempo e nel minor spazio? La risposta si trova nel sistema «fuori terra». L'animale non è più percepito come una creatura vivente e sensibile, ma come una massa o una fabbrica di proteine, spinta al rendimento produttivo tramite un'alimentazione concentrata. ([[Pierre Rabhi]])