Utente:Caramelize donorz/Pagina delle prove3: differenze tra le versioni

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*L'ammirazione sconfinata per De André mi ha convinto a provare a fare questo mestiere. E poi Bob Dylan.<ref name=medimex>Dall'intervista di Ernesto Assante in occasione di Medimex 2013; citato in Massimo Longoni, [http://www.tgcom24.mediaset.it/spettacolo/2013/notizia/francesco-de-gregori-la-musica-e-un-lavoro-e-il-suo-mondo-va-tutelato-_2014144.shtml ''Francesco De Gregori: "La musica è un lavoro e il suo mondo va tutelato"''], ''TGcom24'', 8 dicembre 2013.</ref>
*Spesso fare il cantante non viene considerato un lavoro, i commenti che senti sono del tipo "sempre meglio che lavorare". A parte che non è così, e non vorrei più sentire di queste cose, ci si dimentica sempre che oltre ai cantanti c'è chi fa promozione, chi stampa i dischi, chi monta i palchi, chi si occupa delle luci... ci sono moltissime persone che lavorano in questo settore, ed è indispensabile rispettarle e tutelarle. Quando la musica va in crisi non patiscono solo i cantanti che vendono meno dischi, ma soffrono tutti quelli che lavorano intorno a loro.<ref name=medimex/>
 
{{Int|''[http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=&#61;ebook&file=&#61;/golpdf/uni_2006_02.pdf/16SPE20A.PDF De Gregori: io, che non ho la fede...]''|Silvia Boschero, ''l'Unità'', 16 febbraio 2006|h=4}}
*Fa parte delle esigenze di noi uomini interrogarsi su un mistero come quello della morte. Soprattutto per un laico come me, uno che non “crede” nel senso tradizionale del termine. Uno che non ha un’idea consolidata dell’aldilà, che non si aspetta un paradiso cattolico. Nella canzone il mistero viene risolto dalla figura di un angelo che “viene a sciogliere e non a legare”, scusa se mi cito. Il senso è vedere la nostra fine come un momento di scioglimento dolce, non una frattura, non una cosa di cui aver paura. Una canzone che dovrebbe riconciliarci con l’idea della morte che in occidente è sempre bandita. Soprattutto nelle canzoni, perché poi nessuno si scandalizza se un film o un romanzo trattano l’argomento. In una canzone è inusuale.
*{{NDR|In risposta alla domanda "credi che col passare del tempo la tua scrittura si sia semplificata?"}} No, nient’affatto, forse chi l’ascolta si è abituato a sentire testi meno elementari rispetto a 20, 30 anni fa. La scrittura delle canzoni si è evoluta nel tempo. Quando feci uscire un paio di dischi negli anni Settanta ci fu una levata di scudi: per molti scrivevo cose incomprensibili. Se fossero uscite oggi nessuno avrebbe detto niente.
*''La casa'' è una canzone sulla fragilità. Sul fatto che costruiamo sempre qualcosa che è destinato a crollare. Non è pessimismo, è disincanto.
*Non bisogna vergognarsi della propria fragilità.
*{{NDR|In risposta alla domanda "che musica ascolta De Gregori ultimamente?"}} Essenzialmente musica classica, con grande attenzione. Mi sono appassionato dei timbri, delle sonorità. Pensa che quando ho cominciato a fare questo lavoro me ne fregavo totalmente. Per me una canzone era solo una serie di accordi, una linea melodica e basta. Poi poteva suonarla un fagotto, una chitarra o un qualsiasi altro strumento. Quando ho fatto Rimmel era così. Invece ora voglio stare più attento ai timbri.
* Il problema è che quando riarrangio le vecchie canzoni mi fucilano. La gente vuole sentirle così come le ha trovate trent’anni fa sul disco. Invece le canzoni appartengono a tutti, anche a chi le ha scritte.
 
{{Int|''[http://www.iltitanic.com/PRESS/vanity_fair.pdf "Non ho fatto una vita dissoluta. O, almeno, non me ne ricordo"]''|Andrea Scarpa, ''Vanity Fair'', n. 22, 4 giugno 2008|h=4}}
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*{{NDR|Mi sarebbe piaciuto scrivere}} Molte {{NDR|canzoni}} dei Beatles, ma più di ogni altra ''Stairway to Heaven'' dei Led Zeppelin.
*Ho avuto la doppia fortuna di avere talento e poterlo dimostrare. [...] Io stesso, se fossi nato cinque anni prima, o dopo, chissà se oggi sarei qui a parlare con lei.
 
{{Int|''[http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/golpdf/uni_2006_02.pdf/16SPE20A.PDF De Gregori: io, che non ho la fede...]''|Silvia Boschero, ''l'Unità'', 16 febbraio 2006|h=4}}
*Fa parte delle esigenze di noi uomini interrogarsi su un mistero come quello della morte. Soprattutto per un laico come me, uno che non “crede” nel senso tradizionale del termine. Uno che non ha un’idea consolidata dell’aldilà, che non si aspetta un paradiso cattolico. Nella canzone il mistero viene risolto dalla figura di un angelo che “viene a sciogliere e non a legare”, scusa se mi cito. Il senso è vedere la nostra fine come un momento di scioglimento dolce, non una frattura, non una cosa di cui aver paura. Una canzone che dovrebbe riconciliarci con l’idea della morte che in occidente è sempre bandita. Soprattutto nelle canzoni, perché poi nessuno si scandalizza se un film o un romanzo trattano l’argomento. In una canzone è inusuale.
*{{NDR|In risposta alla domanda "credi che col passare del tempo la tua scrittura si sia semplificata?"}} No, nient’affatto, forse chi l’ascolta si è abituato a sentire testi meno elementari rispetto a 20, 30 anni fa. La scrittura delle canzoni si è evoluta nel tempo. Quando feci uscire un paio di dischi negli anni Settanta ci fu una levata di scudi: per molti scrivevo cose incomprensibili. Se fossero uscite oggi nessuno avrebbe detto niente.
*''La casa'' è una canzone sulla fragilità. Sul fatto che costruiamo sempre qualcosa che è destinato a crollare. Non è pessimismo, è disincanto.
*Non bisogna vergognarsi della propria fragilità.
*{{NDR|In risposta alla domanda "che musica ascolta De Gregori ultimamente?"}} Essenzialmente musica classica, con grande attenzione. Mi sono appassionato dei timbri, delle sonorità. Pensa che quando ho cominciato a fare questo lavoro me ne fregavo totalmente. Per me una canzone era solo una serie di accordi, una linea melodica e basta. Poi poteva suonarla un fagotto, una chitarra o un qualsiasi altro strumento. Quando ho fatto Rimmel era così. Invece ora voglio stare più attento ai timbri.
* Il problema è che quando riarrangio le vecchie canzoni mi fucilano. La gente vuole sentirle così come le ha trovate trent’anni fa sul disco. Invece le canzoni appartengono a tutti, anche a chi le ha scritte.
 
{{Int|''[http://www.corriere.it/politica/13_luglio_31/de-gregori-non-voto-piu-cazzullo_ae273fd8-f9a2-11e2-b6e7-d24d1d92eac2.shtml De Gregori: non voto più. La mia sinistra si è persa tra slow food e No Tav]''|Aldo Cazzulo, ''Corriere della Sera.it'', 31 luglio 2013|h=4}}