Haruki Murakami: differenze tra le versioni

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*L'immaginazione non ha problemi di costi e preventivi. È libera. Mettiamo da parte ogni preoccupazione piccolo borghese e sogniamo.
*Mah, riconosco di aver avuto [[fortuna]], – disse. – Però, se ci penso, mi sembra di non aver mai scelto niente. A volte di notte mi sveglio all'improvviso con questo pensiero, e vengo preso dal panico. Esiste qualcosa di concreto che corrisponde a questa parola, ''[[io]]''? Se c'è, perché non la trovo da nessuna parte? Mi sembra di non aver mai fatto che recitare, uno dopo l'altro, tutti i ruoli che mi venivano offerti. Di non aver fatto mai una scelta personale, nemmeno una volta.
*Non so se quello che faccio si possa chiamare «scrivere». Più che altro confeziono dei brani che servono a riempire dei buchi. Va bene qualsiasi cosa, purché il numero delle righe sia sufficiente. Ma bisogna pure che qualcuno faccia questo lavoro, e io lo faccio. È un po' come spalare la neve. Ma è la neve della cultura. (Non confermato)
*Quello che voglio dire è che una condizione del genere dopo un po' diventa cronica. La ferita è riassorbita nella quotidianità e non ci si ricorda più dov'è. Ma rimane. Non è una cosa che si può tirare fuori e mostrare. Se si può, vuol dire che è una ferita da poco.
*Sentivo che il mondo continuava a muoversi. Anche chiuso in casa, immobile, l'eco di quel movimento mi arrivava lo stesso. Ma non riusciva in nessun modo a interessarmi. Tutto mi sfiorava come un vento leggero, silenzioso. (Capitolo secondo)