Gianni Mura: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Su [[Arrigo Sacchi]]}} Era e resta un uomo che brucia di idee e fervore. Alle solite, Sacchi ha predicato umiltà dal suo pulpito mistico.<ref>Da ''http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/09/07/gigante-milan-alla-ribalta.html Gigante Milan alla ribalta]'', 7 settembre 1988.</ref>
*A [[Gaetano Scirea|Scirea]], studente a Coverciano, un collega aveva chiesto qualche mese fa un' occhiata sul futuro. Mi basta continuare a essere quello che sono e chiedo solo un po' di salute. Tutto questo non ha più senso, solo il dolore ha un senso. Tutti noi, che abbiamo frequentato Scirea per lavoro, l'abbiamo amato e rispettato, il contrario era impensabile. Domani ci sarà, sui campi, un minuto di silenzio per ricordarlo. Un minuto è poco, ma vorrei che fosse davvero di silenzio. Senza [[applausi]], senza cori: a lui non sarebbe piaciuto, Gaetano non era di quelli che battono le mani ai morti. Avrebbe abbassato la testa, come si usa nei paesi, ancora, e avrebbe pianto. E solo questo per lui possiamo fare, ed è poco, nulla per la sua vita così bella e chiara, per la sua morte così brutta e assurda. (5 settembre 1989, p. 37)
*Per un mendicante di bel calcio come mi definisco (la definizione è ripresa da Eduardo Galeano), uno come [[Ariel Ortega|Ortega]] è un infiltrato, forse un raccomandato (in effetti, gioca sempre), è una barzelletta che non fa ridere, fa più danni della grandine ed è scelta da condannare quella di avergli dato la maglia numero 10 dell'Argentina. (13 giugno 2002)
*E scrivevi come vivevi, da persona piena di umori e di amori, con una cultura larga e profonda che andava dalla pesca degli storioni all'uso del verso alessandrino. E le invenzioni, [[Gianni Brera|Giovanni]], i neologismi. Ne hai inventate di parole.<ref name=bre>Da ''[http://www.repubblica.it/rubriche/punto-e-svirgola/2012/12/17/news/quel_giorno_da_malta-48978813/ "Ciao Gianni, sei morto con i tuoi amici"]'', ''la Repubblica'', 20 dicembre 2012.</ref>
*{{NDR|A [[Gianni Brera]]}} E tu con coscienza e scrupolo artigianale (ma io non dimentico tutti i libri che hai in casa) avevi inventato una lingua viva, piena di venature, di rimandi, come uno che aveva letto Runyon ma anche Folengo. Eri nato con l'atletica e il ciclismo, sapevi raccontare gli uomini e le strade.<ref name=bre/>