A. C. H. Smith: differenze tra le versioni

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*Ridacchiando, Aughra allungò un braccio verso un banco e prese un triangolo alchimistico di ottone. Con l'altra mano si tolse l'occhio e lo tenne in modo che guardasse Jen attraverso il triangolo.</br>– Vedi? – chiese. – Tre cerchi. Tutti insieme. Concentrici, eh? Tre soli fratelli. Grande lite su figlia di luna. Questa è storia che raccontano, chiedi ai Podling. Loro vogliono storie. Lei si annegò, loro si divisero e quando tornano insieme, zac! – Aughra batté il triangolo sul tavolo facendo increspare in cerchi concentrici la superficie del succo nella brocca. – Grossa battaglia. O grande amicizia. Non so dire.</br>– Capisco – disse Jen. – Adesso possiamo cercare quella scheggia di cristallo?</br>– Aspetta, Ghelfling – rispose Aughra rimettendo a posto l'occhio. Depose il triangolo sul banco e si alzò per frugare nei cassetti mentre continuava a parlare. – Tu vuoi sapere di Grande Congiunzione. Quando viene tu stai meglio sottoterra. Sicuramente. Forse fine del mondo. O principio. Fine e principio sono la stessa cosa. Grande cambiamento. Buono, cattivo, non so. Fine di Aughra, ''fffft''... Anche tua fine. Anelli di fumo? E allora? Un giorno tutti diventiamo fumo, no? Anche venuti da fumo, un giorno. Non so. Forse fumo non cattivo. Galleggia in aria. Vede mondo. Eh? – E scoppiò a ridere istericamente.
*Dal seggio imperiale adorno di complicate sculture, il Generale dei Garthim scoccava occhiate al Maestro delle Cerimonie, seduto al suo fianco. Cosa stava macchinando? Il suo atteggiamento di distacco era solo una posa studiata ad arte per mostrare agli altri la sua superiorità spirituale e stabilire quindi il diritto di usurpare il trono alla prima occasione? Guardando gli altri, però, gli pareva che fosse tempo sprecato. Forza, avidità e spietatezza erano le qualità che gli Skeksis apprezzavano in chi aveva il comando. Il Generale dei Garthim allungò il braccio per afferrare un pentolone quasi vuoto in cui stava mangiando il Tesoriere. Vi infilò dentro la testa per ripulirlo con la lingua, e quando l'ebbe leccato per bene lo gettò via. Guardò di soppiatto il Maestro delle Cerimonie e gli parve di scoprire un'ombra di disgusto nella sua espressione. Bene. Questo gli offriva la possibilità di prendere l'iniziativa. Forse sarebbe stato in grado di escogitare qualche stratagemma per diffamare il Maestro delle Cerimonie, superbo della propria dignità e della sua supremazia nell'osservare il cerimoniale. Più presto quel bacchettone avesse seguito il Ciambellano nella landa selvaggia, più sicuro si sarebbe sentito lui sul trono.
*La soglia era bloccata dalla mole massiccia di uno Skeksis, che li guardava. Sulla faccia del Ciambellano era dipinta un'espressione cordiale, intesa a ingraziarsi i Ghelfling.</br>Fizzgig saltò su un davanzale, e stando lassù in bilico si voltò verso Kira per indurla a seguirlo. Lei stava per farlo, ma poi si accorse che Jen non si era mosso.</br>Il Ciambellano alzò la mano, senza sfoderare gli artigli, nello stesso gesto della notte precedente. – Fermatevi – sibilò. – Sono amico. Amico di Kelffinks. Ieri notte io salvato voi da Garthim. Io nemico? No, io amico. State, per favore.</br>Jen guardò il mostro che avrebbe potuto afferrarlo e ridurlo in brandelli. – Mi hanno detto che gli Skeksis uccidono i Ghelfling – ribatté.</br>Il Ciambellano sbuffò. – Puah! È per stupida profezia che dice Kelffinks mettere fine potere di Skeksis. Stupido – e scrollò la testa.</br>Jen stava calcolando che lo Skeksis non avrebbe potuto varcare la soglia a meno che non abbattesse le pareti che sovrastava di tutta la testa. Ma quello non era il modo di agire degli Skeksis, che, nelle aggressioni, ricorrevano sempre ai Garthim. No, e poi, con un po' di fortuna, lui e Kira avrebbero potuto scappare dalla finestra. Per sicurezza arretrò di qualche passo per tenersi alla larga da quegli artigli. Prima di scappare, voleva sapere tutto quello che lo Skeksis aveva da dirgli.</br>– Stupida profezia – diceva il mostro. – Ma Skeksis spaventati. Paura di Kelffinks, sì. Piccoli Kelffinks. Errore, grande errore. State, per favore. Io amico.
 
==[[Incipit]] di ''Labyrinth''==