Else Lasker-Schüler: differenze tra le versioni

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*{{NDR|[[Adolf Loos]]}} Un artista malvagio che stacca agli altri la parrucca dalla testa, poi rimette loro lo scalpo, affinché cicatrizzi, si rimargini con la loro persona. Egli è un filosofo che ama la concretezza, per il quale gli ornamenti in architettura sono futili orrori, un nodo imbrogliato da sciogliere senza alcun riguardo. Loos mette ordine nei mondi di quaggiù, nel mondo che l'uomo divenuto estraneo a se stesso si fa costruire dall'uomo architetto e che poi non fa per lui. (da ''Loos'', p. 139)
*[...] una volta San [[Peter Hille]] ha detto: "[[Peter Baum]] è la persona più sensibile che abbia mai conosciuto. Peter Baum è completamente azzurro" – che tradotto significa: è un poeta. (da ''Peter Baum'', p. 141)
*[...] io m'immagino che anche Lei ami andare a [[cavallo]]; il cuore che s'inebria nella corsa supera i flutti di ogni mare. Una volta, nel deserto, andavo assieme ai beduini a rubare gli stalloni – come Gliene vorrei regalare uno! I cavalli arabi, quelli bianchi, sono uccelli danzanti, principi prigionieri di un incantesimo, sono fiabe che nitriscono. (da ''Lettera a Karl Kraus del 24 agosto 1909'', pp. 155-156)
*Anche negli esseri umani sono rimaste alcune piccole stelle cadenti, sebbene la maggior parte di essi se le sia lasciate sfuggire. Ma in me si trova ancora l'intero universo − e io posso lottare anche contro un altro mondo. (da ''Lettera a Karl Kraus del 5 luglio 1912'', p. 159)
*Io costruisco templi su templi e nessuno vi entra , la gente preferisce abitare le stalle della letteratura. Lei costruisce cancelli, Signor Kraus, e costringe le persone a non oltrepassarli legando loro le mani. Tutti vorrebbero sapere cosa c'è dietro il cancello. ''Nessuno'' è mai entrato nella Sua casa. (da ''Lettera a Karl Kraus del 5 luglio 1912'', p. 161)
*I busti di [[Franz Liszt|Liszt]] e di [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]] sono le più profonde e grandiose opere d'arte che io abbia mai visto, sono come i re dei rapaci; è la materia del primo e il pensiero dell'ultimo giorno. E tu sei eden e caos, Eva e regina, luce e terra. (dalla ''Lettera a [[Elsa Asenijeff]] del 2 luglio 1902'', p. 169)