Fausto Gianfranceschi: differenze tra le versioni

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==''Aforismi del dissenso''==
*L'[[aforisma]] non è un frammento. Benché breve è già intero e compiuto in sé.<ref name=aforismidissenso>Citato in Gianfranco de Turris, [http://www.ilgiornale.it/news/gianfranceschi-i-fieri-aforismi-dell-ultimo-reazionario.html ''Gianfranceschi, i fieri aforismi dell’'ultimo reazionario''], ''il Giornale.it'', 11 giugno 2012.</ref> (p. 84)
*L’'[[economia]] è la più occulta delle scienze; perciò gli specialisti sbagliano sempre le previsioni: in fondo, non sono minimamente attrezzati.<ref name=aforismidissenso/> (p. 84)
*La [[sconfitta]] è elegante, la sconfitta è riposante. Mai, però, farsi sconfiggere dentro.<ref name=aforismidissenso/> (p. 84)
*Parlare delle piccole cose è umiliante; né si può parlare delle grandi che sono ineffabili. Non resta che tacere.
*Se cerchi di seguire i comandamenti soltanto come obbligo morale, ti precludi di intendere che essi indicano anche la via verso la sapienza che è sopra la morale.
*Sono eroi i combattenti che affrontano la morte in guerra. Siamo eroi anche noi vecchi che affrontiamo la morte senza bombe e senza assalti, senza fracasso e senza gloria.
*Una qualità perduta: la noncuranza. Chi è ancora immune da cure, angosce, preoccupazioni? Familiari alla noncuranza sono il sorriso e l’'ironia.<ref name=aforismidissenso/> (p. 84)
 
==''Il reazionario''==
*Anche i non credenti sospettano che se non ci fossero i buoni in misura eroica, di cui i Santi sono gli emblemi, il mondo non si salverebbe.<ref name=isotta96> Citato in Paolo Isotta, [http://archiviostorico.corriere.it/1996/novembre/12/Noi_ragazzi_reazionari_Piazza_Colonna_co_0_9611124786.shtml ''Noi, ragazzi reazionari di Piazza Colonna''], ''Corriere della Sera'', 12 novembre 1996, p. 33.</ref>
*Bisogna separare la cultura dai cretini.<ref name=isotta96/>
*Forse la [[vita]] non è altro che un rituale per tenere a bada la paura.<ref name=isotta96/>
*La [[morte]] è l'interlocutrice che nobilita la mia sopravvivenza.<ref name=isotta96/>
*Non bisogna temere la [[malinconia]], perché temendola la feriamo e la rendiamo più aggressiva. Conviene accettarla educatamente, la si può persino gustare.<ref name=isotta96/>
*Se temi la [[solitudine]], lei ti divora. Affrontala energicamante sino a signoreggiarla: allora percepirai accanto a te una folla di presenze amiche.<ref name=isotta96/>
 
==Citazioni su Fausto Gianfranceschi==
*Fausto Gianfranceschi è un ottimista, come siamo tutti quelli che scriviamo: altrimenti, perché scrivere? E una prova imperdonabile di disamore [...] sarebbe l'indifferenza verso quello che ci accade intorno e che ormai non possiamo ignorare. ([[Juan Rodolfo Wilcock]])
*Fausto Gianfranceschi era una specie di fratello maggiore. [...] Aveva un posto importante in un giornale importante. ''Il Tempo'' conservava negli anni Settanta una deliziosa atmosfera anni Cinquanta. [...] Gianfranceschi era il capo della Terza Pagina, allora una grande Terza Pagina coronata dagli elzeviri di Mario Praz. [...] Gianfranceschi ci permetteva di collaborare, non si tirava mai indietro se ci fosse da parlare o da far parlare di qualcosa di nostro. Però forniva con la sua persona un aiuto morale ancor superiore. Bell'uomo, gioviale ed equilibrato, sicuro di sé, con una bella famiglia palesemente felice, rappresentava il contrario di molti reazionari tipici, la maggioranza, ormai a tal punto avvezzi alla condizione di paria che, liberati, l'avrebbero rimpianta. [...] Gianfranceschi rappresentava un lumicino di speranza, che non fosse destino assoluto l'essere reazionari e disgraziati. ([[Paolo Isotta]])
*Lei parla troppo bene di me! Racconta, sintetizza nel modo più autentico le mie storie e ne descrive il significato, o meglio la direzione. Ragione per cui la noia a cui accennavo prima non si è affacciata menomamente. E sono rimasto sinceramente sorpreso, profondamente commosso. ([[Dino Buzzati]])
*Lo scrittore che conosce bene e per una certa parte della sua fantasia si rifà al Buzzati ha subìto lo stesso fascino per le cose che si trasformano sotto i nostri occhi fino a diventare dei mostri. ([[Carlo Bo]])
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==Bibliografia==
*Fausto Gianfranceschi, ''Il reazionario'', Antonio Pellicani editore, Roma, 1996.
*Fausto Gianfranceschi, ''Aforismi del dissenso'', Lucarini, Roma, 2012.