A. C. H. Smith: differenze tra le versioni

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'''A C. H. Smith''' (1935 – vivente), scrittore britannico.
 
==Citazioni di A. C. H. Smith==
*Passando attraverso il Cristallo la luce si rifrangeva in numerosi raggi che si proiettavano verso il basso. Quelli più vicini alla verticale finivano in un pozzo, scavato nella roccia viva proprio al di sotto del Cristallo, dove si fondevano in un lago di fuoco. Intorno al bordo del pozzo si estendeva una vasta sala cerimoniale, di forma triangolare; nei punti del pavimento colpiti dai raggi rifratti dal Cristallo si formavano cerchi di vivida luce scura. Nove di queste pozze luminose erano vuote, mentre in ciascuna delle altre nove c'era uno dei sinistri Skeksis, esseri simili a rettili. E tutt'e nove, con gli occhi semicoperti dalle palpebre grevi al di sopra delle mascelle a becco, fissavano furtivamente la porta. Se ne stavano immobili entro gli spessi strati di mantelli che coprivano i loro corpi scheletrici e squamosi da eoni, e non ne toglievano mai uno. Solo quando uno si disfaceva, lo sostituivano con un altro. Immobili e massicci, assorbivano la radianza cosmica del Cristallo che li sovrastava, ma gli occhi che non ammiccavano mai non erano immobili, e gli artigli si torcevano mentre si guardavano intorno, in attesa dell'arrivo del loro Imperatore. (da ''Dark Crystal'')
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''[[The Dark Crystal|Dark Crystal]]''===
C'era solamente Jen. Jen solo.<br>
*C'era solamente Jen. Jen solo. Il suo gioco preferito consisteva nel suonare il flauto e immaginare che altri Ghelfling, sollecitati dalla sua musica, sbucassero da dietro gli alberi vicini, strisciando silenziosi alle sue spalle, mentre lui se ne stava seduto accanto alla cascata. Li immaginava sorridenti perché convinti che le rocce li nascondessero alla sua vista. E quando lui avesse smesso di suonare e si fosse voltato di scatto cogliendoli di sorpresa mentre si muovevano, sarebbero stati costretti a restare per sempre con lui nella valle degli urRu. Ma si trattava solamente di un gioco che giocava da solo.<br>
 
Ma si trattava solamente di un gioco che giocava da solo.
*Passando attraverso il Cristallo la luce si rifrangeva in numerosi raggi che si proiettavano verso il basso. Quelli più vicini alla verticale finivano in un pozzo, scavato nella roccia viva proprio al di sotto del Cristallo, dove si fondevano in un lago di fuoco. Intorno al bordo del pozzo si estendeva una vasta sala cerimoniale, di forma triangolare; nei punti del pavimento colpiti dai raggi rifratti dal Cristallo si formavano cerchi di vivida luce scura. Nove di queste pozze luminose erano vuote, mentre in ciascuna delle altre nove c'era uno dei sinistri Skeksis, esseri simili a rettili. E tutt'e nove, con gli occhi semicoperti dalle palpebre grevi al di sopra delle mascelle a becco, fissavano furtivamente la porta. Se ne stavano immobili entro gli spessi strati di mantelli che coprivano i loro corpi scheletrici e squamosi da eoni, e non ne toglievano mai uno. Solo quando uno si disfaceva, lo sostituivano con un altro. Immobili e massicci, assorbivano la radianza cosmica del Cristallo che li sovrastava, ma gli occhi che non ammiccavano mai non erano immobili, e gli artigli si torcevano mentre si guardavano intorno, in attesa dell'arrivo del loro Imperatore.
 
===''Labyrinth''===
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*A.C.H: Smith, ''Dark Crystal'', traduzione di Beata della Frattina, Mondadori, 1983.
*A.C.H. Smith, ''Labyrinth'', traduzione di Mariagiovanna Anzil, Bompiani, 1986.
 
==Voci correlate==
*''[[The Dark Crystal]]''
 
==Altri progetti==
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[[Categoria:Scrittori britannici|Smith, A.C.H.]]