Eugenio Scalfari: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Su [[Papa Francesco]]}} È buono come [[Papa Giovanni XXIII|Papa Giovanni]], affascina la gente come [[Papa Giovanni Paolo II|Wojtyła]], è cresciuto tra i gesuiti, ha scelto di chiamarsi Francesco perché vuole la Chiesa del poverello di Assisi. Infine: è candido come una colomba ma furbo come una volpe.<ref name=domande>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/08/07/fede-ragione-le-domande-di-un-non.html?ref=search Fede e ragione. Le domande di un non credente al papa gesuita chiamato Francesco]'', ''la Repubblica'', 7 agosto 2013, p. 35.</ref>
*Ha detto tante cose [[Gesù]]. Forse i laici dovrebbero promuovere un raduno di massa intitolato al suo nome per vedere fino a che punto la Chiesa di oggi abbia ancora il diritto di usarlo. E per capire se i cammelli riescano a passare nella cruna dell'ago o se quella cruna non sia diventata una ampia autostrada dove i cammelli transitano al galoppo con tutto il carico delle loro ricche mercanzie.<ref>Da ''I cammelli al galoppo nella cruna dell'ago'', ''la Repubblica'', 13 maggio 2007.</ref>
*Ho visto e ascoltato a “Otto e mezzo” [[Dario Fo]] che parlava di [[Beppe Grillo|Grillo]]. Con tutto il rispetto: ma è mai possibile? Un attore con una degna storia di teatro alle spalle e anche di pensiero. È mai possibile? Ah, Narciso! Quanti guai combini nella vita delle persone.<ref>Citato in ''[http://www.ilgiornale.it/news/cultura/album-scalfari-fo-narcisista-che-pulpito-927658.html Album Scalfari a Fo: «Narcisista» Da che pulpito...]'', ''ilgiornaleil giornale.it'', 15 giugno 2013.</ref>
*Ho una cultura illuminista e non cerco [[Dio]]. Penso che Dio sia un'invenzione consolatoria e affascinate della mente degli uomini.<ref name=domande/>
*Il lessico [...] fa tutt'uno con il pensiero che esprime in parole, costituisce la manifestazione del pensiero e quindi della sostanza del fatto e della sua verità. Se il lessico è sbagliato ciò significa che il pensiero che esso esprime è sbagliato e non contiene una verità bensì un errore.<ref>Da ''Chi è davvero per la vita?'', ''L'espresso'', 19 maggio 2005, p. 242.</ref>
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*Volentieri pubblichiamo questo intervento di [[Gianni Baget Bozzo]], esponente della Democrazia cristiana negli anni Cinquanta, ora sacerdote e storico del partito cattolico.<ref>Citato in ''la Repubblica'', 12 maggio 1976.</ref>
 
{{Int|Dall'intervista al programma televisivo ''Che tempo che fa''|Rai tre, 21 ottobre 2012; video disponibile su ''[http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-12c3beb2-a63c-420e-af51-91bc2ef8407c.html Rai.tv]''.}}
{{Int|[//satarlanda.eu/2012/10/21/che-tempo-che-fa-scalfari-21-ottobre-2012/ Che Tempo Che Fa: Eugenio Scalfari]|21 ottobre 2012}}
{{cronologico}}
<!--nello stesso ordine nel quale sono state dette-->
 
*Il [[giornalismo]] è un viaggio all'esterno di se, i [[libri]] sono un viaggio dentro di se.
 
*Quando io diventai fascista universitario, con una divisa che non sto a dire, ce la mettevamo e andavamo a prendere le ragazze la domenica quando uscivano dalla chiesa perché la divisa faceva effetto.
 
*{{NDR|Parlando della corruzione in Italia}} La colpa è nostra, quando dico nostra dico degli italiani; gli italiani hanno una classe dirigente sulla quale adesso molti sparano, ma la [[classe dirigente]] siamo noi che la votiamo. Ogni paese ha la classe dirigente che si "merita" e se noi da mezzo secolo abbiamo sempre gli stessi problemi, è segno che noi li alimentiamo o li tolleriamo o ci campiamo dentro bene. Questo non va bene.
 
*Gli [[italiani]] odiano lo Stato.
 
*La maggior parte degli italiani [odia lo Stato], poi c'è una parte responsabile che di solito è straniera in patria.
 
*[La] parte responsabile [degli [[italiani]]] di solito è straniera in patria.
 
*La maggior parte [degli [[italiani]]] odia lo Stato o quantomeno lo ritiene estraneo e quindi [[evasione fiscale|evade]] le tasse perché non è un reato evadere le tasse di uno Stato odiato.
 
*Lo [[Stato italiano|Stato]] è un ente che è "intrusivo", non è "rappresentativo" nostro. È una cosa che impaccia.
 
*A noi [[italiani]] piace far da soli e spesso siamo molto furbi per far da soli: furbi, ma non intelligenti.
 
*[[Moderati]] [in politica] di solito significa conservatori.
 
*I liberali sono quelli che privilegiano la libertà insieme all'eguaglianza, invece la sinistra democratica privilegia l'eguaglianza insieme alla libertà.
 
*Noi dobbiamo pensare che l'Europa deve essere uno Stato federale, perché diversamente gli staterelli attuali non avranno nessuna voce in capitolo nel mondo globale; quindi se non c'è un continente europeo che diventa uno Stato vero, noi saremo irrilevanti.
 
*[[Matteo Renzi|Renzi]] ha le caratteristiche, per quel poco della sua visione che conosciamo (che non è molto), di persona liberal-moderata. Se lui [Renzi] diventa il capo del partito, cambia l'antropologia del partito {{NDR|Partito democratico}}, perché il partito è un partito riformista di centro sinistra, non è un liberale-moderato il partito.
 
*[[Carlo Maria Martini|Martini]] credeva fermamente in Gesù Cristo, figlio di dio, io ho sempre avuto come uno dei riferimenti principali del mio modo di pensare Gesù di Nazareth, figlio dell'uomo. La nostra differenza era questa – che è grossa – ma non tale da non consentirci di camminare la mano nella mano.
 
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Mi teneva in braccio e io piangevo disperatamente aggrappato a lei, con un singhiozzo lungo che mi consumava tutto il respiro, fino a soffocarmi, quando il singhiozzo finiva era finito anche il respiro, come nei sogni quando ti senti affogare e l'anima sta per volare via e tu annaspi tra la morte e la vita sorretto solo da quella fitta di dolore che ti chiude la gola e il cuore.
 
=== Citazioni===
*Se è stata una vita piena, se hai potuto realizzare te stesso al meglio delle tue capacità, se hai conosciuto amore e dolore, se hai accettato i tuoi limiti ma hai utilizzato tutte le valenze vitali delle quali disponevi, se non hai prevaricato, se infine non sei stato avaro di te stesso; questo vuol dire aver fatto i conti con la morte.
*Quella mattina pioveva e grandinava sui vetri dell'aula di seconda liceo, sezione C, liceo-ginnasio Cassini, Sanremo. Eravamo trentuno studenti in quella classe. I ripetenti quattro o cinque, confinati negli ultimi banchi come si usava allora.<br />Ma lo ricordo quel temporale, a Sanremo capitava di rado, c'era un clima un po' speciale, infatti le famiglie facoltose di Torino e di Milano rivenivano a svernare per sopportare meglio gli acciacchi. E per giocare al Casinò.<br />Me lo ricordo perché quel giorno ci fu uno degli incontri importanti della mia adolescenza: l'insegnante di filosofia, che teneva lezione due volte alla settimana, aveva preannunciato il tema nella lezione precedente. Aspettò chela grandine finisse e tornassimo a sederci ai nostri banchi. Poi cominciò a parlare di Cartesio: la vita, la morte, le opere di geometria, di matematica, di filosofia, il suo tempo. Disse che Cartesio era, nella storia delle idee, un punto di arrivo e anche una ripartenza con tante biforcazioni. Insomma un crocevia dal quale comincia la modernità. «Se non capite Cartesio non capirete niente di quello che è venuto dopo e non capirete niente di voi stessi e del mondo che vi circonda».<br />Ci mise molto calore in quella perorazione, non l'aveva mai fatto con gli altri filosofi che già avevamo studiato con lui sul manuale del Lamanna. Forse con Socrate l'anno prima, ma non con quelle parole e quel tono che sembrava voler coinvolgere la vita di ciascuno di noi.<br />E mio compagno di banco alzò la mano. «Dica pure», disse il docente che, insieme al prete che insegnava italiano e latino, rifiutava di usare il "voi" prescritto dal regime. «Secondo lei, professore, chi non fa il liceo e nemmeno sa che è esistito un certo Cartesio non potrà dunque dare nessun senso alla sua vita?».<br />Ci fu un gran silenzio in classe, perfino i ripetenti degli ultimi banchi in qualche modo chiamati in causa da quella domanda si fecero attenti. n professore guardò fisso il mio compagno e ricordo che rispose con una domanda: «Lei, [[Italo Calvino|Calvino]], ha già trovato il senso della sua vita?» (cap. II, ''La gabbia dell'io'', pagp. 20)
* Che stagione l'[[adolescenza]]. Senti di poter esser tutto e ancora non sei nulla e proprio questa è la ragione della tua onnipotenza mentale. (pagp. 29)
*L'[[infanzia]] è una stagione fatata. La sola di tutta una vita che non finisce mai e t'accompagna sino all'ultimo respiro. (pagp. 22)
*La [[politica]] coincide dunque con la morale? [...] Penso che politica e morale abbiano fondamenti distinti. I loro territori confinano ma non coincidono. Spesso addirittura morale e politica confliggono e si scontrano. (pagp. 127)
 
{{NDR|Eugenio Scalfari, ''L'uomo che non credeva in Dio'', Einaudi, 2008.}}
 
==[[Incipit]] di ''Il labirinto''==
La stanza dove mi trovavo era un luogo a me ignoto e tuttavia familiare, come se la memoria ne avesse conservato non già il ricordo di un'esperienza sensibile ma una reminiscenza connessa ad un'altra esistenza, ad altri soggetti e luoghi e tempi non paragonabili a me e alla mia vita, ma ad un me collocato in un altrove spaesato eppure esistente o esistito.<br />
Il letto su cui giacevo era un grande letto di ottone che non avevo mai visto prima di allora ma che però era stato sicuramente mio e così il resto di quella stanza, la finestra che si apriva su una striscia di mare azzurro e l'altra sulla parete di fondo che guardava verso le colline alberate di ulivi; l'armadio di noce dove erano riposte le telerie, le lenzuola, le tovaglie, i corredi delle spose e il sentore antico della lavanda; il cassettone dove ogni anno a settembre si stipavano i fichi seccati al sole che duravano fino alla pasqua di aprile, odorosi di alloro e di cannella.
 
{{NDR|Eugenio Scalfari, ''Il labirinto'', Rizzoli}}
 
==Citazioni su Eugenio Scalfari==
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==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
{{NDR|*Eugenio Scalfari, ''Il labirinto'', Rizzoli}}.
{{NDR|*Eugenio Scalfari, ''L'uomo che non credeva in Dio'', Einaudi, 2008.}}
 
==Altri progetti==