Léopold Sédar Senghor: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m già su wikidata
Inerisco citazione.
Riga 1:
[[File:Leopold Sedar Senghor (1987) by Erling Mandelmann.jpg|thumb|Léopold Sédar Senghor nel 1987]]
'''Léopold Sédar Senghor''' (1906 – 2001), politico e poeta senegalese.
 
==Citazioni di Léopold Sédar Senghor==
*Io so che i Latini e soprattutto i Greci hanno scoperto le «idee generali»: prima e meglio di altri, le hanno messe in piena luce grazie ad un'arte nella quale l'economia dei mezzi concorreva alla loro efficacia. Io so che, per i popoli negro-africani, non esiste scuola migliore, perché, se l'educazione è sviluppo delle qualità native, essa è anche correzione dei difetti ereditari e acquisizione delle virtù contrarie.<ref>Dal saggio ''Vue sur l'Afrique noire, ou assimiler, non être assimilés'' (1945), in seguito ristampato in ''Liberté I. Negritude et humanisme'', Paris, [1964], p. 67. {{cfr}} Italo Lana e Armando Fellin, ''Civiltà letteraria di Roma antica'', vol I, p.16. Citato in [[Italo Lana]] e [[Armando Fellin]] ''Civiltà letteraria di Roma antica'', Casa Editrice G. D'Anna, Messina-Firenze, 1973, volume I, p. 13.</ref>
 
==''Poesie dell'Africa''==
Line 7 ⟶ 10:
*[[Dio]] ha dato la forza vitale agli animali, ai vegetali, ai minerali, agli uomini: perché essi ''sono''. Ma questa forza ha la vocazione di crescere. Così l'[[esistenza]] si fonda sulla {{sic|pre.esistenza}} per sbocciare in una esistenza superiore. (da ''La negritudine'', p. 60)
*La vera [[cultura]] è mettere radici e sradicarsi. Mettere radici nel più profondo della terra natia. Nella sua eredità spirituale. Ma è anche sradicarsi e cioè aprirsi alla pioggia e al sole, ai fecondi rapporti delle civiltà straniere... (da ''La negritudine'', p. 63)
 
==Note==
<references />
 
==Bibliografia==