Pëtr Il'ič Čajkovskij: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Sinfonia n. 6 in Si minore}} Credo che mi sarà dato di scrivere una sinfonia esemplare: così probabilmente lotterò fino all'ultimo respiro per raggiungere la perfezione senza mai riuscirvi. (da Wikipedia)
*Ho ascoltato il balletto ''[[Sylvia (balletto)|Sylvia]]'' di Leo Delibes. In effetti, l'ho davvero ascoltato, perché è il primo balletto dove la musica non costituisce non solo una parte primaria, ma l'unico interesse. Che carisma! Che eleganza! Che ricchezza di melodie, ritmi e armonie! Mi vergogno. Se avessi conosciuto questa musica solamente poco dopo, certamente non avrei scritto ''Il lago dei Cigni''. (a [[Sergei Taneyev]], 7 dicembre 1877; citato in ''[http://www.aha.ru/~vladmo/d_txt17.html Ballet in the Letters of Tchaikovsky]''; ''[http://www.salikon.dk/loom_tchaikovsky_swan_lake.html The Swan Lake]'')
*Ho considerato a lungo la musica di quel manigoldo di [[Johannes Brahms|Brahms]]. Che bastardo mal dotato! Mi secca che questa auto-gonfiata mediocrità sia acclamata come fosse un genio. In confronto a lui Raff è un gigante, per non parlare di Rubinstein, che dopo tutto è un vivo e importante essere umano, mentre Brahms è caotico e assolutamente vuoto e secco ciarpame. (dal ''Diario'', 9 ottobre 1886<ref>Citato in Christopher Cerf e Victor Navasky, ''The Experts Speak'', pp. 198-199.</ref>)
:''I played over the music of that scoundrel Brahms. What a giftless bastard! It annoys me that this self-inflated mediocrity is hailed as a genius. Why in comparison with him, Raff is a giant, not to speak of Rubinstein, who ist after all a live and important human being, while Brahms is chaotic and absolutly empty dried-up stuff.''<ref>Citato in Christopher Cerf e Victor Navasky, ''The Experts Speak'', pp. 198-199.</ref>
*Lasciate che vi dica, cara amica, che non ho esitazioni: preferisco ''Le Roi de Lahore''. So che [[Jules Massenet|Massenet]] non le interessa molto, e io stesso finora non mi sono sentito molto portato verso di lui. Nondimeno la sua opera mi ha attirato per la sua rara bellezza formale, la sua semplicità, la freschezza delle idee e dello stile, come pure per la sua ricchezza di melodie e la distinzione dell'armonia. L'opera di [[Karl Goldmark|Goldmark]] non mi piace altrettanto... I compositori tedeschi di oggi scrivono tutti in maniera laboriosa, hanno pretese di profondità di pensiero, e cercano di espiare la loro straordinaria povertà di invenzione esagerando nei colori. Prenda il duetto del secondo atto. Com'è poco vocale! Quanta poca libertà lascia ai cantanti! Che melodie insipide! Il duetto d'amore di Massenet per contro è molto più semplice, ma mille volte più fresco, più bello, più melodioso... (citato in Piero Faggioni, prefazione a ''Don Quichotte'', Stagione Lirica 1985-86, E. A. Teatro San Carlo, Napoli, 1985, pp. 13 e 17)