Mario Tozzi: differenze tra le versioni

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'''Mario Tozzi''' (1959 – vivente), geologo, giornalista e saggista italiano, noto anche come autore e personaggio televisivo.
 
==Citazioni di Mario Tozzi==
*Reggio Calabria e Messina furono rase al suolo: è una buona idea quella di costruire proprio lì, [[Ponte sullo stretto di Messina|il Ponte]] {{NDR|sullo stretto di Messina}} a campata unica più lungo del mondo?<ref>Da ''Un Ponte fra due cimiteri'', in Carlo Mancosu (a cura di), ''Il Ponte sullo Stretto: rischi, dubbi, danni e verità nascoste'', Mancosu Editore, Roma, 2010. ISBN 978-88-96589-00-7</ref>
*Si è scritto molto sulla [[fine del mondo]]. Centinaia di libri (e non pochi film) danno corpo ad apocalissi a tinte fosche e drammatiche, in cui l'uomo viene spesso dipinto come vittima inerme e innocente di forze ostili a lui superiori. [...] cercherò di spiegare come i veri pericoli da cui occorre guardarsi non siano quelli sbandierati da visionari e sedicenti esperti digiuni di scienza, ma quelli che siamo noi stessi a creare. [...] Ma è di gran lunga più comodo credere a Nostradamus o ai Maya che prendere atto del clima che cambia o delle risorse che cominciano a scarseggiare.<ref>Da ''Pianeta Terra: ultimo atto'', pp. 7-8.</ref>
 
{{Intestazione|1=''La Gaia Scienza'', La 7, 2009; visibile su [http://www.youtube.com/watch?v=ATokHTnzrds YouTube]{{c|Data completa?}}}}
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*[...] oggi siamo arrivati al punto di allontanare così tanto l'animale dalla carne che poi consumiamo da non poter riconoscere oggettivamente in un [[hamburger]] la mucca o il maiale che ne erano all'origine. Se chiediamo a un bambino oggi da dove viene quell'hamburger, non sa nemmeno che si tratti di un essere vivente: pensa che sia un pezzo di plastica, o un'altra sostanza di questo tipo.
*Io sono [[vegetarianismo|vegetariano]] per queste ragioni ambientali, per quelle di salute e in parte anche per quelle di carattere etico. Forse non è necessario che tutti diventiamo vegetariani, però forse potrebbe essere una buona cosa per l'ambiente, per la terra, per il pianeta, se tutti consumassimo un po' meno carne: ci sarebbe meno desertificazione, meno deforestazione, ci sarebbe forse una vita un po' più sana e non saremmo costretti, quasi obbligati, a fare diete senza senso quando invece potremmo nutrirci meglio e con maggior rispetto armonico per il resto dei viventi.
 
==''Pianeta Terra: ultimo atto''==
*Si è scritto molto sulla [[fine del mondo]]. Centinaia di libri (e non pochi film) danno corpo ad apocalissi a tinte fosche e drammatiche, in cui l'uomo viene spesso dipinto come vittima inerme e innocente di forze ostili a lui superiori. [...] cercherò di spiegare come i veri pericoli da cui occorre guardarsi non siano quelli sbandierati da visionari e sedicenti esperti digiuni di scienza, ma quelli che siamo noi stessi a creare. [...] Ma è di gran lunga più comodo credere a Nostradamus o ai Maya che prendere atto del clima che cambia o delle risorse che cominciano a scarseggiare.<ref>Da ''Pianeta Terra: ultimo atto'', (pp. 7-8.</ref>)
*[...] erano almeno 40.000 le [[specie]] di viventi che in un modo o nell'altro avevano un peso nella nostra sopravvivenza. Eppure, grazie a noi, ogni ora sparivano tre specie di viventi. E spesso si trattava di animali che non avevamo avuto nemmeno modo di conoscere. La rana dalla cova gastrica, per esempio, fu scoperta negli anni Settanta e annientata in un decennio. L'estinzione di una specie è per sempre, non c'è possibilità di ritorno. (p. 96)
*Come abbiamo potuto pensare che l'uomo fosse nato [[caccia|cacciatore]]? Quando erano scesi dagli alberi distinguendosi dalle altre scimmie, la prima cosa che fecero gli esemplari di Homo fu darsela a gambe: erano ottime prede, non certo cacciatori. (p. 97)
*I pascoli naturali erano finiti da un pezzo, e dato che per nutrire gli animali c'era bisogno di terra da coltivare, si provvide intensificando la [[diboscamento|deforestazione]] del pianeta. In sostanza, si distruggeva la foresta che ci serviva per respirare, per bere e per mangiare, per allevare animali con cui poi ci saremmo sfamati. Ma molte di quelle terre non erano adatte all'agricoltura, e nel giro di cinque o sei anni diventarono improduttive, inducendo gli uomini ad abbattere altri alberi. (p. 97)
 
==Note==