Dezső Kosztolányi: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Dezső Kosztolányi.jpg|thumb|Dezső Kosztolányi]]
'''Dezső Kosztolányi''' (1885 – 1936), poeta, scrittore, giornalista e traduttore ungherese.
 
==Citazioni di Dezső Kosztolányi==
*''Bruno gonfalone giovanile dei miei capelli | come fatua bandiera sulle fortezze cinte d'assedio, | schioccavi verso le stelle, | superbo, raggiante. | Che n'è di te? Cosparso d'argento pendi | mollemente sulla mia gran fronte | e sotto sorride, accorta e saggia, | la mia bocca, simile a labbra amare | di soldati in fuga.''<ref>Citato in Folco Tempesti, ''La letteratura ungherese'', traduzione di [[Paolo Santarcangeli]], Sansoni/Accademia, Firenze/Milano, 1969, p. 210, traduzione di [[Paolo Santarcangeli]].</ref>
*''M'occorre chi è forte, chi è fiero; | io amo chi sente la terra, | chi palpa deciso l'orrendo, nocchiuto | terrore di pietra della Medusa Realtà, | e dice: «questo c'è», «questo non c'è», | «questa è la verità», «questo è menzogna», | e infine getta il proprio corpo ai vermi. | Io voglio l'eroe che al sole battente | del mezzogiorno contempla lo spettro terribile; | rotola in piena luce la sua lacrima, | ed ha per corona | la disperazione cocente.'' (da ''[[Marco Aurelio]]''<ref>In Dezső Kosztolányi, ''Poesie'', a cura di [[Guglielmo Capacchi]], Guanda Editore, Parma, 1970, p. 121.</ref>)
 
==Note==
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