Heinrich Heine: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Heinrich Heine==
*[[Frédéric Chopin|Chopin]] non mette la sua soddisfazione nel fatto che le sue mani siano applaudite per la loro abile virtuosità da altre mani. Aspira ad un più bel successo. Le sue mani sono le fedeli serve della sua anima. E la sua anima è applaudita da gente che non ascolta solo con le orecchie, ma con l'anima. Perciò è il preferito da quella società eletta che cerca nella musica le più alte gioie dello spirito. I suoi successi sono di natura aristocratica. La sua gioia è come profumata dalle lodi della buona società. È la distinzione della sua stessa persona. (citato<ref>Citato in [[Nino Salvaneschi]], ''Il tormento di Chopin'', dall'Oglio Editore, 1943).</ref>
*{{NDR|[[Ultime parole]]}} Dio mi perdonerà. È il suo mestiere.
:''Dieu me pardonnera. C'est son métier''.<ref>Citato in Hans Jürgen Eysenck, ''Rebel with a cause: the autobiography of Hans Eysenck'', Transaction Publishers, 1997, [http://books.google.it/books?id=6gFEAEE8LGEC&pg=PA281 p. 281]. ISBN 1560009381</ref>
*È un'antica storia che rimane sempre nuova. (da ''Ein Jüngling liebt ein Mädchen'')
:''Es ist eine alte Geschichte, | Doch bleibt sie immer neu''.<ref>Da ''Ein Jüngling liebt ein Mädchen''.</ref>
*{{NDR|[[Gotthold Ephraim Lessing]]}} Egli ha spaccato molte zucche per pura arroganza, dimostrandosi poi tanto maligno, da sollevarle dal suolo e mostrare al publicopubblico che dentro erano vuote. (citato<ref>Citato in [[Paolo Chiarini]], ''Parola e immagini'').</ref>
*Essere appassiti, sfogliati, persino calpestati dai rudi piedi della sorte: questa, amico, è sulla terra la sorte del bello e del dolce. (da<ref>Da ''Germania fiaba d'inverno'').</ref>
*[[George Sand]] non brilla né per la sua conversazione né per la sua voce. Non ha assolutamente nulla dello spirito spumeggiante delle francesi, ma niente pure del loro chiacchierio senza fine. (citato<ref>Citato in [[Nino Salvaneschi]], ''Il tormento di Chopin'', dall'Oglio Editore, 1943).</ref>
*I [[censura|censori]] tedeschi ................ ..... ...... ..... ... imbecilli.... ........ (da<ref>Da ''Idee: Il libro Le Grand'', traduzione di M. e E. Linder, Garzanti, Milano, 1984, cap. XII) .</ref>
*La [[vita e morte|morte]] è la notte fresca; la [[vita e morte|vita]], il giorno tormentoso. (citata<ref>Citato in [[Jorge Luis Borges]], ''La metafora'', in ''Storia dell'eternità'', traduzione di Livio Rocchi Wilcock).</ref>
*Là dove si [[Rogo di libri|bruciano i libri]] si finisce per bruciare anche gli uomini.
:''Dort wo man Bücher verbrennt, verbrennt man auch am Ende (dallMenschen''.<ref>Dall'''Almansor'', v. 243f)<ref>Citato; citato anche in [[Primo Levi]], ''[http://www.nuovorinascimento.org/n-rinasc/testi/pdf/levi/levi.pdf Al visitatore]'', testo scritto per l'inaugurazione del memoriale degli italiani ad Auschwitz.</ref>
:''Dort wo man Bücher verbrennt, verbrennt man auch am Ende Menschen''.
*''Le bestie selvagge poi creò, | leoni dagli artigli furiosi; | e a immagine del leone generò | i [[gatto|gattini]], piccoli e curiosi.''<ref>Da ''Canti della creazione''; citato in AA.VV., ''Il gatto con gli stivali e tante altre storie di gatti'', Newton Compton Editori, Roma, 2011, [https://books.google.it/books?id=dzqjAlOAWicC&pg=PT38 p. 38]. ISBN 978-88-541-3723-3</ref>
*{{NDR|Toccando delle commedie shakespeariane}} Negli uomini al pari che nelle donne la passione vi è affatto priva di quella paurosa serietà, di quella fatalistica necessità, con cui si manifesta nelle tragedie. Amore, in verità, vi porta, come sempre, una benda e una feretra piena di dardi. Ma questi dardi sono piuttosto alati che mortalmente acuminati, e il piccolo dio guarda a volte sottecchi, malizioso, scostando le bende. Anche le fiamme splendono in esse più che non brucino. Ma fiamme non sempre, e, nelle commedie shakespeariane, l'amore serba sempre carattere di verità. (citato<ref>Citato in [[Benedetto Croce]], ''Ariosto, Shakespeare e Corneille'', Laterza, Bari, 1968).</ref>
*Questo è il bello di noi [[tedeschi]]: che nessuno è tanto pazzo da non trovarne uno più pazzo che lo comprenda. (da<ref>Da ''Il viaggio nello Harz'', Marsilio, 1994).</ref>
*Senti la campanella? In ginocchio! Portano gli ultimi sacramenti a Dio che muore! (citato<ref>Citato in [[Albino Luciani]], Illustrissimi, p. 22, Edizioni APE Mursia, 1979).</ref>
*Sia lode ai [[Francia|francesi]] che si son presi a cuore i due bisogni fondamentali della società umana: il mangiar bene e l'eguaglianza civile, e han fatto passi da gigante nell'arte culinaria e nella libertà. (citato<ref>Citato in [[Cesare Marchi]], ''Quando siamo a tavola'', RCS, 1990).</ref>
*'Sulle ali del canto. (da ''Lyrisches Intermezzo'', IX)
:''Auf Flügeln des Gesanges''.<ref>Da ''Lyrisches Intermezzo'', IX.</ref>
*Un'altra accusa che già in tempi anteriori e, lungo tutto il medioevo, fino all'inizio del secolo scorso costò agli ebrei molto sangue e molto terrore era la stupida favola, ripetuta fino alla nausea in cronache e leggende, ch'essi rubassero le ostie consacrate e le forassero con un coltello fino a farne stillare il sangue e che, per la loro festa di Pessach, trucidassero dei bimbi cristiani per usarne il sangue durante il rito notturno. Gli ebrei, già odiati per via della loro fede, delle loro ricchezze e dei loro libri mastri, in quei giorni erano completamente in balía dei nemici loro che potevano, con troppa facilità invero, provocarne la rovina solo che spargesser la voce d'uno di quegli infanticidi o addirittura, di frodo, introducessero il cadavere insanguinato d'un bimbo nella casa proscritta di un ebreo per poi sorprendere di nottetempo la famiglia in preghiere; e allora si ammazzava, si saccheggiava, si battezzava e grandi miracoli accadevano per merito del morticino ritrovato che la Chiesa finiva per canonizzare addirittura. (da<ref>Da ''Il Rabbi di Bacharach'', pagp. 15).</ref>
*{{NDR|Visitando la casa di Giulietta a [[Verona]]}} Un poeta visita sempre simili luoghi, pur essendo il primo a ridere della credulità del suo cuore...<ref>Citato in {{cita web|url=[http://it.geocities.com/giulianoverona/stranieri/veronaestranieri.html|titolo= ''Verona e gli stranieri'' <!-- Bot generated title -->|deadurl=yes|urlarchivio=http://www.webcitation.org/query.php?url=http://it.geocities.com/giulianoverona/stranieri/veronaestranieri.html}}]</ref>
*Come la birra che si esporta, i [[Germania|tedeschi]] non diventano migliori all'estero.<ref>Citato in ''Focus'', n. 89, p. 150.</ref>
 
==''Dalle memorie del signor von Schnabelewopski''==
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*Heinrich Heine, ''Impressioni di viaggio'' (''Reisebilder''), traduzione di Vanda Perretta, EDIPEM, 1974.
*Arturo Pérez-Reverte, ''La pelle del tamburo '' (1995), traduzione di I. Carmignani, Net, 2003. ISBN 8851521042
*[[Paolo Chiarini]], ''Parola e immagini'', introduzione a Heinrich Heine, ''Dalle memorie del Signor von Schnabelewopski'', Marsilio Editori, Venezia, 1991,. ISBN- 88-317-5548-X
 
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