Come mangiamo: differenze tra le versioni

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*La nostra volontà di sfruttare gli animali non umani non si appoggia a valide distinzioni morali. È un segno di «[[specismo]]», un pregiudizio che sopravvive perché fa comodo al gruppo dominante, che in questo caso non sono né i bianchi né i maschi, bensì gli esseri umani nel loro insieme. (p. 282)
*Se un [[animale]] sente il dolore, quel dolore vale tanto quanto il dolore provato da un essere umano. (p. 283)
*Scegliere una [[dieta]] poco salutare potrebbe sembrare una questione personale ma è disonesto nei confronti di chi poi dovrà pagarne i costi. Se il popolo degli Stati Uniti tornasse a mangiare la stessa quantità di [[carne]] che mangiava negli anni cinquanta, contribuirebbe a migliorare la propria salute e ad abbattere la spesa sanitaria. Il numero di animali da allevamento sottoposti a sofferenza diminuirebbe inoltre di una percentuale pari a quella a cui si arriverebbe se ottanta milioni di statunitensi diventassero vegani. (p. 320)
*Sarebbe sbagliato dire che tutti gli [[obesi]] sono [[gola|ingordi]]. Alcuni sono colpiti da disturbi alimentari o problemi di metabolismo difficili da curare. Molti però mangiano semplicemente troppo e dovrebbero cercare di moderarsi. Insieme a una virtù ormai fuori moda, la [[frugalità]], anche la convinzione che non sia giusto essere ingordi necessita con urgenza di un revival. (p. 320)
*[...] [[tacchino]], unico tra gli animali d'allevamento a essere originario degli Stati Uniti e vittima di ingiuste calunnie. (p. 329)