Belva di guerra: differenze tra le versioni

film del 1988 diretto da Kevin Reynolds
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Versione delle 23:18, 18 ott 2015

Belva di guerra

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Titolo originale

The Beast

Lingua originale Inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1988
Genere guerra, azione
Regia Kevin Reynolds
Soggetto William Mastrosimone (Nanawatai)
Sceneggiatura William Mastrosimone
Produttore Gil Friesen
Doppiatori originali
Doppiatori italiani

Belva di guerra, film statunitense del 1988 con Jason Patric e George Dzundza, regia di Kevin Reynolds.

Frasi

  • Quando sei ferito e abbandonato sulle pianure afghane e le donne vengono a tagliare a pezzi i tuoi resti, rotola verso il fucile, fatti saltare le cervella e raggiungi il tuo Dio come un soldato. (Frase di Rudyard Kipling all'inizio del film)
  • Carro kaputt, carro kaputt. (Konstantin Koverchenko)
  • Scusi, signore. Non è una vera guerra, non è Stalingrado. Come mai questa volta siamo noi i nazisti? Come è possibile? Ho cercato di essere un buon soldato, ma non si può essere buoni soldati in una guerra che marcia, signore. E voglio che lei viva per vederli vincere. (Konstantin Koverchenko rivolto a Daskal)

Dialoghi

  • Konstantin Koverchenko: Dì solo "sissignore" e stagli fuori dai piedi.
    Samad: Va bene.
    Konstantin Koverchenko: Perché mentre lo schiacciavo mi ha riso in faccia?!
    Samad: Non stava ridendo a te, era felice. Questi uomini credono che se muoiono in una guerra santa andranno in paradiso.
    Konstantin Koverchenko: Ci credi anche tu?
    Samad: Finiti gli studi non sapevo più in cosa credevo.
  • Samad: Si chiama "Pashtunwali", è il codice d'onore.
    Konstantin Koverchenko: Pashtunwali.
    Samad: Prevede tre obblighi: il primo è "Milmastia", "ospitalità".
    Konstantin Koverchenko: Milmastia.
    Samad: Il secondo, "Badal", "vendetta".
    Konstantin Koverchenko: Badal.
    Samad: E il terzo è "Nanawatai", cioè l'obbligo di dare asilo a... a tutti coloro che lo chiedono.
    Konstantin Koverchenko: A tutti?
    Samad: A tutti.
    Konstantin Koverchenko: Anche al nemico?
    Samad: A tutti.
    Konstantin Koverchenko: E se uccidessi tuo fratello e tu venissi per Badal, vendetta, e io dicessi Nanawatai...
    Samad: Allora sarai obbligato a nutrirti, vestirti e proteggerti.
    Kostantin Koverchenko: È una cosa stupendamente civile. Come si dice, Nanawati?
    Samad: Nanawatai.
    Konstantin Koverchenko: Nanawatai.
    Samad: Pane?
    Konstantin Koverchenko: Grazie. Samad, quando torneremo dovrai farti trasferire da questo carro.
    Samad: Col tempo conquisterò la sua stiva.
    Konstantin Koverchenko: Ascoltami, se ce l'ha con te non c'è modo di fargli cambiare idea.
    Samad: Mio caro Konstantin, io considero questo sopruso come un prezzo da pagare. Io amo l'Afghanistan, ma siamo una pulce nella coda di un orso. Dobbiamo adeguarci al XX secolo e quando l'Afghanistan lo capirà io sarò qui, conoscendo già la tecnologia e il russo.
    Konstantin Koverchenko: Sei un patriota?
    Samad: Si.
    Konstantin Koverchenko: Beh, lo era anche come il mujaheddin, voleva che le cose rimanessero come sono sempre state. Anch'io vorrei credere tanto in qualcosa come lui, lo invidio.
    Samad: Allora perché l'hai schiacciato?
    Konstantin Koverchenko: Perché non avevo altra scelta.
  • Kaminski: Quanto... quanto resteremo qui, signore?
    Daskal: Fino all'alba, quando potremo vedere dove andiamo.
    Konstantin Koverchenko: Posso aprire il portello?
    Daskal: No!
    Kaminski: Signore, devo pisciare.
    Daskal: Tienitela!
    Anton Golikov: Hai un po d'acqua, Samad?
    Samad: Abbiamo lasciato tutte le borracce là fuori, e anche tutte le razioni.
    Kaminski: Ottimo! I tuoi amici questa sera faranno festa.
    Daskal: Non ci servono né acqua né cibo, qui siamo al sicuro. I miei carri sono stati colpiti da ogni tipo di proiettile. In Mongolia, una volta, RPG: colpo diretto. Il comandante, l'artigliere e la torretta sono andati in pezzi. [ride sottovoce] Io ho portato quello che è rimasto nelle nostre linee. I carri di oggi sono migliori, molto meglio.
  • Konstantin Koverchenko:[dopo che Daskal ha sparato a Samad] Perché?! Ho detto, perché?!
    Daskal: Sta zitto![Koverchenko annota l'accaduto sul giornale di bordo] Che stai facendo?
    Konstantin Koverchenko: Sto facendo rapporto!
    Daskal: Scrivi anche che ti sei rifiutato di eseguire un ordine, finirai davanti alla corte marziale!
    Konstantin Koverchenko: Questo è quello che accadrà a lei, signore!
  • Daskal: Se tu fossi stato il comandante avresti fatto la stessa cosa. Samad aspettava l'occasione buona per mettere questo carro nelle mani del nemico, ma io sono stato troppo furbo per lui, anche se non ho studiato filosofia. Ho letto il tuo dossier, signor intellettuale: cosa immagini che dica di te?
    Konstantin Koverchenko: Che io penso a me stesso.
    Daskal: Pensi a te stesso... Quando avevo otto anni difendevo Stalingrado, non pensavo a me stesso. Quando la patria ci ha chiesto la vita noi l'abbiamo data. Mio padre non ha pensato a se stesso, lui l'ha data! Mia madre non ha pensato a se stessa, l'ha data! Mio fratello non ha pensato a se, l'ha data! I miei compagni mi legavano una corda intorno alla vita e mi calavano sui carri armati nazisti, io mettevo le molotov sotto... sotto le torrette e i cannoni e poi... e poi loro mi tiravano su, avevo otto anni! Mi chiamavano il "ragazzo del carro". Ho fatto saltare molti carri nazisti, molti. E ho imparato a riconoscere la puzza di un traditore.
  • Daskal: Tornate nel carro!
    Kaminski: Perché?
    Daskal: Perché l'ho detto io!
    Anton Golikov: Noi andiamo a casa, signore.
    Daskal: Certo, con il carro!
    Kaminski: Perché non possiamo andare a casa con questo fottutissimo elicottero?
    Daskal: Perché siete carristi!