Bṛhadāraṇyaka Upaniṣad: differenze tra le versioni

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*''Brahman è [[coscienza]] e [[gioia]], | la suprema ricompensa di colui che offre doni | e di colui che sta zitto e conosce.'' (2001, III.9.28.7)
::''[[Conoscenza]] e beatitudine è il ''brahman'', | premio per chi dona, sublime meta | per chi persevera, ciò conoscendo.'' (2007, III.9.28.7)
*Questo ''[[ātman]]'' è in verità [[Brahman]], che consiste di coscienza, mente, vita, occhio, terra e acqua, aria, atmosfera, luce e non luce, di desiderio e mancanza di desiderio, di collera e libertà dalla collera, di rettitudine e non rettitudine, che consiste di tutto ciò. Perciò è detto: consiste di questo, consiste di quello. A seconda delle proprie opere, a seconda del proprio comportamento, così si diventa. Colui che fa del [[Bene e male|bene]] diviene [[bontà e cattiveria|buono]], colui che fa del [[Bene e male|male]] diviene [[bontà e cattiveria|malvagio]]. (2001, IV.4.5)
*''Colui che è attaccato, accompagnatao dal suo ''[[karma|karman]]'', | va là dove la mente desiosa lo sospinge; | una volta esaurito il <frutto del> ''karman'', | qualunque cosa abbia potuto compiere, | da quel [[mondo]], di nuovo, ritorna | a questo mondo, dell'azione.'' (2007, IV.4.4)
*Questo ''[[ātman]]'' è in verità [[Brahman]], che consiste di coscienza, mente, vita, occhio, terra e acqua, aria, atmosfera, luce e non luce, di desiderio e mancanza di desiderio, di collera e libertà dalla collera, di rettitudine e non rettitudine, che consiste di tutto ciò. Perciò è detto: consiste di questo, consiste di quello. A seconda delle proprie opere, a seconda del proprio comportamento, così si diventa. Colui che fa del [[Bene e male|bene]] diviene [[bontà e cattiveria|buono]], colui che fa del [[Bene e male|male]] diviene [[bontà e cattiveria|malvagio]]. (2001, IV.4.5)
*Possano i saggi, i conoscitori di Brahman, realizzando Lui praticare la saggezza. Possano essi non meditare su molte parole, poiché nel [[linguaggio]] vi è solo debolezza. (2001, IV.4.21)
::"Il saggio, conoscitore di Brahman, avendolo conosciuto, perseveri nella conoscenza [acquisita], non tenendo più in considerazione la moltitudine dele parole, infatti, il suo organo vocale rimane estenuato." (2010, IV.4.21)