Neil Gaiman: differenze tra le versioni
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La moneta disegnò un arco scintillante nel sole e rimase sospesa nel cielo di mezza estate come se non volese tornare più a terra. Forse non tornò. Shadow non restò a controllare. Si allontanò dall'argine, e continuò a camminare.
==''Il figlio del cimitero''
===[[Incipit]]===
C'era una mano nell'oscurità e impugnava un coltello.<br/>Il coltello aveva un manico d'osso, lucido e nero, e una lama più sottile e affilata di un rasoio. Se ti avesse ferito, avresti anche potuto non accorgertene, non subito.<br/>Il coltello aveva fatto quasi tutto ciò per cui era stato portato in quella casa; la lama era bagnata, e così il manico.<br/>La porta d'ingresso, da dove si erano insinuati il coltello e l'uomo che lo impugnava, era ancora aperta, appena un po', e viluppi di nebbia notturna serpeggiavano e si intrecciavano dentro la casa.<br/>Quell'uomo qualunque si fermò sul pianerottolo. Con la mano sinistra prese un grande fazzoletto bianco dalla tasca del cappotto nero, ripulì il coltello e la mano inguantata che l'impugnava, e lo mise via. La caccia era quasi conclusa. Aveva lasciato la donna sul letto, l'uomo accasciato per terra, la figlia maggiore nella sua cameretta dai colori vivaci, tra giocattoli e modellini incompleti. Restava da sistemare solo il piccolo, un bimbo poco più che in fasce. Ancora uno e la missione sarebbe stata compiuta.
===Citazioni===
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==''I ragazzi di Anansi''==
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*– È sorprendente come ciò che siamo possa dipendere dal letto in cui ci risvegliamo al mattino, ed è sorprendente quanto tutto ciò possa rivelarsi fragile. (da Coraline, p. 79)
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===[[Incipit]]
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Di ritorno dal loro eccezionale tour europeo, nel corso del quale si sono esibiti di fronte a numerose teste coronate, ottenendone il plauso e i complimenti grazie a straordinarie rappresentazioni drammatiche, in cui si univano commedia e tragedia, gli Strand Players informano che in aprile, per un periodo limitato, presenteranno presso il Royal Court Theatre di Drury Lane ''il mio somigliantissimo fratello Tom!'', ''la minuscola fioraia'' e ''arrivano i Grandi Antichi'' (un affascinante dramma storico con splendidi costumi), tre atti unici! Prenotazioni al box office.
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<poem>''Se fossi giovane com'ero un tempo, e sogni''
''e morte ancora assai lontani,''
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''con un sorriso un bacio le darei o forse tre''</poem>
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Da qualche parte nella notte, qualcuno stava scrivendo.
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Mi piacciono le cose a forma di racconto.<br>
La realtà, comunque, non è a forma di racconto, e neanche le irruzioni del bizzarro nella nostra vita sono a forma di racconto. Non finiscono mai in modo del tutto soddisfacente. Raccontare ciò che è fuori dall'ordinario è come raccontare i propri sogni: è possibile comunicare gli eventi di un sogno ma non il suo contenuto emotivo, il modo in cui un sogno può influire su tutta la tua giornata.
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A Londra ci sono ancora dei club. Autenticamente o falsamente antichi, con decrepiti sofà e caminetti in cui scoppietta il fuoco, giornali, e una tradizione di silenzi o di conversazioni, e poi ci sono club moderni, il Groucho e i suoi molti derivati, dove attori e giornalisti vanno per essere visti, per bere, per godersi la loro balenante solitudine, o anche per parlare. Ho amici che frequentano entrambi i generi di club, ma personalmente non sono membro di alcun club londinese. Non più.
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<poem>''Mi spoglio della camicia, del libro, della giacca, della vita''
''Li lascio, gusci vuoti e foglie cadute''
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''D'acqua fresca.''</poem>
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Sostanzialmente, ero morto. Forse da qualche parte dentro di me urlavo e piangevo e ululavo come un animale, ma si trattava di un'altra persona nascosta nel profondo, un'altra persona che non aveva accesso alla faccia, alle labbra e alla bocca e alla testa, perciò in superficie io alzavo le spalle sorridendo, e continuavo a muovermi. Se avessi potuto trapassare proprio fisicamente, lasciar andare tutto così, senza fare niente, uscire dalla vita con la stessa semplicità con cui si esce da una porta, l'avrei fatto. E invece avrei continuato a dormire la notte e camminare di giorno, seccato di esserci e rassegnato all'esistenza.
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«Il tempo è fluido, qui» disse il demone.<br>
Seppe che era un demone nel momento stesso in cui lo vide. Lo sapeva, come sapeva che quel luogo era l'Inferno. Né l'uno né l'altro lasciavano dubbi sulla loro identità.
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Ai miei figli piace moltissimo ascoltare le storie della mia infanzia: "La volta in cui mio padre minacciò di arrestare un agente", "Come per ben due volte ruppi i denti davanti di mia sorella", "Quando finsi di essere due gemelli", e perfino "Il giorno in cui uccisi il gerbillo per errore".<br> Ma non ho mai raccontato loro questa storia. E mi troverei in difficoltà, se dovessi spiegare il perché.
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Per cominciare dalla fine: sistemai una fettina di zenzero marinato, rosa e translucido, sopra la pallida carne di seriola, immersi il tutto - zenzero, pesce e riso - nella salsa di soia, con il pesce verso il basso; poi lo divorai in due morsi.<br>«Credo che dovremmo andare alla polizia» dissi.
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'''New Age'''<br>Sembra così distaccata, così concentrata, così tranquilla, eppure i suoi occhi rimangono puntati sull'orizzonte.<br>Appena la conosci pensi di aver capito tutto quello che c'è da capire di lei, ma nulla di ciò che pensi è vero. Dentro di lei, la passione scorre come un fiume di sangue.<br>Ha distolto lo sguardo per un solo istante, e la maschera è scivolata, e tu ti sei innamorato. Tutti i tuoi domani cominciano qui.
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È il 14 febbraio, in quell'ora del mattino in cui i bambini sono a scuola e i mariti partono per andare al lavoro in macchina, o vengono scaricati, incappottati e con il fiato che fa nuvolette di vapore, nella stazioncina di paese per la Grande Migrazione dei Pendolari, quando attacco il mio cuore sulla porta di casa di Missy. Il cuore è di un rosso scuro, intenso, quasi marrone, il colore del fegato. Poi busso alla porta, qualche colpetto leggero, ''rat-a-tat-tat!'', e afferro il batocio, il bastone, la mia potentissima lancia svolazzante di nastri e svanisco come vapore nell'aria fredda...
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<poem>''Raccontare fiabe, è un dovere reciproco,''
''in quanto persone, non come padre e figlia.''
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''e mentre camminava nel bosco vide...''</poem>
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''Quella notte fa di nuovo lo stesso sogno.<br/>È ferma, accanto a sua sorella e ai suoi fratelli, sul limitare del campo di battaglia. È estate, e l'erba ha una sfumatura di un verde insolito, molto intenso: un verde sano, come un campo da cricket o il declivio che accoglie nelle South Downs arrivando dalla costa. Sull'erba sono stesi dei cadaveri. Nessuno è umano; vede un centauro, la gola tagliata, sdraiato accanto a lei.
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Sono a letto, ora. Sento le lenzuola di lino sotto di me, leggermente stropicciate, hanno preso la mia temperatura. Non c'è nessun altro. Il petto non mi fa più male. Non sento nulla. Sto bene.
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La mia vita? Diavolo, non credo proprio che ti<br/>interesserebbe. Gesù, ho la gola secca...<br/>Qualcosa da bere? Be', se paghi tu, e visto che fa<br/>così caldo, va bene. Perché no. Uno solo, però.
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'''Il Matto'''<br/>«Che cosa vuoi?»<br/>Il giovane veniva tutte le notti al cimitero, ormai da un mese. Aveva osservato la luna inondare con la sua fredda luce il gelido granito e il marmo fresco e le vecchie pietre e statue coperte di muschio. Gufi e ombre lo avevano fatto sobbalzare. Aveva visto le coppie di innamorati e gli ubriachi e i ragazzini che tagliavano via veloci, nervosi: tutti quelli che attraversavano il cimitero di notte.
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Questa è una storia vera, abbastanza. Per quel che interessa, e per quel che può servire.<br/>Era notte fonda, avevo freddo, e mi trovavo in una città dove non avrei dovuto essere. Non a quell'ora, comunque. Non vi dirò di che città si tratta. Avevo perso l'ultimo treno, e non avevo sonno, perciò me ne andai in giro nei pressi della stazione finché non trovai una caffetteria aperta. Un posto caldo in cui rifugiarmi.
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Un'affezione, di morbosa intensità e decorso maligno, che colpisce coloro che abitualmente e in modo patologico catalogano e fabbricano malattie.
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Alla fine, il Signore diede il mondo al Genere Umano. Tutto il mondo era dell'Uomo, tranne un giardino. "Questo è il mio giardino" disse il Signore "e qui tu non metterai piede."<br/>Un uomo e una donna entrarono nel giardino, i loro nomi erano Terra e Respiro.
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Potrei forse affermare di aver sempre sospettato che il mondo fosse un lurido tugurio infame, la pessima copertura per qualcosa di molto più complesso e assurdo e infinitamente strano, e che, in un certo senso, sapevo già la verità. Ma io credo che semplicemente il mondo sia sempre stato così. E anche adesso che so la verità - proprio come la saprai tu, amor mio, se andrai avanti a leggere - il mondo continua a sembrarmi lurido e infame. Un mondo diverso, una diversa sporcizia, ma la sensazione è sempre quella.
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''Lunedì 28''<br/>Ormai dev'essere da un po' che seguo Scarlet. Ieri ero a Las Vegas. Mentre attraversavo il parcheggio di un casinò, ho trovato una cartolina. Sopra c'era una parola scritta col rossetto rosso. Una parola sola: "Ricorda". Dall'altra parte, un paesaggio del Montana.<br/>Non ricordo che cosa mi dovrei ricordare. Adesso sono in macchina, e viaggio verso nord.
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<poem>''Quel giorno, atterrarono i dischi volanti. Centinaia, dorati,''
''Silenziosi, scendevano dal cielo come grandi fiocchi di neve,''
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''Ma tu non l'hai notato perché''</poem>
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<poem>''A letto con lui quella notte, come ogni notte,''
''la sorella stesa ai loro piedi, lei termina il suo racconto,''
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''e dice: «Non riesco a dormire. Ne racconti un'altra, per favore?»''</poem>
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«Secondo me» disse l'omino a Shadow «lei è una specie di mostro. Giusto?»<br />Erano le uniche presenze, a parte la barista, al bar di un hotel in una cittadina sulla costa settentrionale della Scozia. Shadow era seduto per conto suo, e stava bevendo una birra, quando quel tipo era venuto a sedersi al suo tavolo. Era la fine dell'estate, e Shadow aveva l'impressione che ogni cosa fosse fredda e piccola e umida. Aveva di fronte a sé un libro con "piacevoli itinerari locali", e stava studiandosi una passeggiata da fare il giorno seguente, lungo la costa, verso Cape Wrath.
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Il cimitero senza lapidi e altre storie nere''===
====''Il cimitero senza lapidi''====
C'era una strega sepolta al confine del cimitero, era un fatto risaputo. La signora Owens aveva detto praticamente da sempre a Bod di tenersi lontano da quell'angolo del mondo.<br>
«Perché?» le chiedeva lui.<br>
«Non è salutare» rispondeva sempre la signora Owens. «C'è umidità in quella zona. È praticamente una palude. Andresti incontro alla morte.»
====''Il ponte del troll''====
Sradicarono gran parte dei binari ferroviari all'inizio degli anni Sessanta, quando avevo tre o quattro anni.<br>
Diedero una bella sforbiciata ai servizi dei treni. La cittadina dove vivevo divenne il capolinea, e ormai potevi andare solo a Londra.
====''Non chiedetelo a Jack''====
Nessuno sapeva da dove fosse arrivato il giocattolo, a quale bisnonno o a quale lontana prozia fosse appartenuto prima di finire nella camera dei bambini.<br>
Era una scatola con delle incisioni, dipinta d'oro e di rosso. Senza alcun dubbio era attraente e — così pensavano gli adulti — di valore. Forse era persino un oggetto antico.
====''Come vendere il Ponte di Ponti''====
Il mio Club dei Furfanti preferito è il più antico e tuttora il più esclusivo di tutti i Sette Mondi. È stato fondato quasi settantamila anni fa da una nutrita masnada di imbroglioni, malfattori e truffatori. È stato imitato molte volte in molti luoghi — ne avevano messo in piedi uno a Londra di recente, meno di cinquecento anni fa — ma nessuno di questi altri club ha mai potuto competere, in quanto ad atmosfera, con il Club dei Furfanti originale, nella città di Lost Carnadine. Nessun altro club ha membri così selezionati.
====''Ottobre sulla sedia''====
[[Ottobre]] se ne stava sulla sedia, la serata era così gelida, e le foglie erano rosse e arancioni e ruzzolavano giù dagli alberi che delimitavano il boschetto. I dodici se ne stavano seduti attorno a un focolare a rosolare delle enormi salsicce, che mandavano faville e sfrigolavano ogni volta che il grasso sgocciolava sul legno di melo, e a bere sidro di mele fresco, aspro e pungente nelle loro bocche.
====''Cavalleria''====
La signora Whitaker trovò il Santo Graal; era sotto una pelliccia. Ogni giovedì pomeriggio la signora Whitaker se ne andava all'ufficio postale a ritirare la pensione, anche se le sue gambe non erano più quelle di una volta, e sulla strada di ritorno si fermava al negozio dell'Oxfam per comprarsi qualcosina.
====''Il prezzo''====
I vagabondi e i [[senzatetto|barboni]] hanno dei segnali che lasciano sui pilastri dei cancelli e sugli alberi e le porte, per permettere ai loro simili di sapere qualcosa sulla gente che vive nelle case e nelle fattorie dove passano durante il loro vagabondare. Credo che i felini lascino segnali simili; come spiegare altrimenti i gatti che per tutto l'anno si presentano alla nostra porta affamati, pulciosi e abbandonati?
====''Come parlare con le ragazze alle feste''====
«Su» disse Vic. «Sarà uno sballo.»<br>
«No che non lo sarà» replicai, anche se avevo perso la battaglia da ore, e lo sapevo.<br>
«Sarà fantastico» disse Vic per la centesima volta. «Ragazze! Ragazze! Ragazze!»
====''Avis Soleus''====
Erano una congrega di ricchi scalmanati, all'epoca, quelli dell'Epicurean Club. Certo sapevano come divertirsi. Erano in cinque: c'era Augustus "Duepenne" McCoy, che, grosso come tre uomini, mangiava come quattro e beveva per cinque. Il suo bisnonno aveva fondato l'Epicurean Club con la rendita di un vitalizio, che aveva fatto fruttare alacremente, secondo tradizione, per incassare sino all'ultimo centesimo.
====''Il caso dei ventiquattro merli''====
Me ne stavo seduto nel mio ufficio a coccolare un bicchiere di whisky fatto in casa e a pulire oziosamente la mia pistola. Fuori la pioggia cadeva incessante, cosa che succede quasi sempre nella nostra graziosa cittadina, nonostante quel che sostiene l'ente turistico. Al diavolo, non me ne importava; non lavoro mica per l'ente turistico. Sono un detective privato, uno dei migliori per giunta, anche se non lo si sarebbe proprio detto: l'ufficio cadeva a pezzi, l'affitto non lo pagavo, e quel whisky era l'ultimo che mi rimaneva.<br>
La vita è proprio un osso duro.
====''Istruzioni''====
<poem>''Tocca nel muro il portone di legno''
''che non avevi mai visto prima,''
''di': "Permesso" prima di aprire il chiavistello,''
''entra,''
''percorri il sentiero.''
''Un rosso folletto di metallo pende dalla''
''verde porta d'ingresso,''
''a mo' di battente,''
''non toccarlo, ti morderebbe le dita.''
''Cammina dentro la casa.''
''Non prendere nulla.''
''Non mangiare nulla.''
''Però,''
''se qualche creatura ti dicesse di essere affamata,''
''dalle del cibo.''</poem>
===''Souvenir e tesori: una storia d'amore''===
Dite pure che sono un bastardo, se volete. È vero, non c'è modo di negarlo. Mia mamma mi ebbe due anni dopo essere stata rinchiusa «per il suo bene»; questo accadde nel 1952, quando un paio di notti di bagordi in compagnia dei ragazzi del paese bastavano per essere dichiarate affette da «ninfomania clinica» e venire rinchiuse «per protezione propria e della società» su richiesta scritta di due medici. Uno dei quali era suo padre, mio nonno, e l'altro il socio con cui condivideva l'ambulatorio nel Nord di Londra.
==Bibliografia==
*Neil Gaiman, ''American Gods'', traduzione di Katia Bagnoli, Mondadori, Milano, 2003. ISBN 9788804520832
*Neil Gaiman, ''Coraline'', traduzione di Maurizio Bertocci, Mondadori, Milano, 2004. ISBN 8804530235
*Neil Gaiman, ''La ferita che non guarisce mai'', introduzione a Robert Silverberg, ''L'uomo nel labirinto'', traduzione di Riccardo Valla, Fazi Editore, Roma, 2008. ISBN 9788881128747
*Neil Gaiman, ''I ragazzi di Anansi'', traduzione di Katia Bagnoli, Mondadori, Milano, 2007. ISBN 9788804567967
*Neil Gaiman, ''Il cimitero senza lapidi e altre storie nere'', traduzione di Giuseppe Iacobaci e Elena Molho, Mondadori, 2007. ISBN 9788804572756
*Neil Gaiman, ''Il figlio del Cimitero'', traduzione di Giuseppe Iacobaci, Mondadori, 2009. ISBN 978-88-04-58766-8
*Neil Gaiman, ''Souvenir e tesori: una storia d'amore'', in "999", a cura di Al Sarrantonio, traduzione di Tullio Dobner, Annabella Caminiti, Francesco Di Foggia, Sperling & Kupfer, 1999.
*Neil Gaiman, ''Stardust'', traduzione di Maurizio Bertocci, Mondadori, Milano, 2004. ISBN 8804547103
*Neil Gaiman, ''Nessun dove'', Fanucci editore, Aprile, 2006. ISBN 8834711769
*Neil Gaiman, ''Cose fragili'', traduzione di Stefania Bertola, Mondadori, Milano, 2014. ISBN 9788804643548
==Voci correlate==
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