Stefan Zweig: differenze tra le versioni

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*L'[[opinione]] ce l'hanno molti. La [[convinzione]] pochissimi. L'opinione arriva al volo dalla [[parola]], dalla gazzetta, dal [[desiderio]] e dalla [[chiacchiera]], riprende il volo al primo soffio di [[vento]], è appiccicata ai [[fatto|fatti]] e sempre soggetta alla pressione dell'atmosfera, alla psicosi di massa. La convinzione nasce dall'[[esperienza]] vissuta, si nutre di [[cultura]], resta personale e inerisce ai fatti.<br/>L'opinione è [[massa]], la convinzione l'[[uomo]].(da ''Opportunismo, nemico universale'', p. 56)
*[...] le [[idea|idee]], per realizzarsi, non hanno bisogno di manifestazioni visibili: proprio nell'invisibile serbano le loro [[forza|forze]] più pure, e l'esito non gratificante di uno sforzo è la migliore prova per chi si applica con [[passione]]. (da ''Epilogo di uno sforzo vano, (1920)'', p. 63)
*[...] l'[[opinione]] è impazienza, la convinzione [[pazienza]]. (da ''Appello alla pazienza, (1920)'', p. 66)
*[...] facciamo lentamente il buio [[cammino]] del nostro [[mondo]], la [[strada]] della [[pazienza]]. (da ''Appello alla pazienza, (1920)'', p. 67)
*Oggi l'[[Europa]] è ancora l'ultimo baluardo dell'individualismo, e forse l'iperteso spasmo dei popoli, il [[nazionalismo]] gonfiato, con tutta la sua violenza, è pur sempre una ribellione inconscia, in certo qual modo febbricitante, un ultimo disperato tentativo di difendersi dall'appiattimento. Ma proprio la forma spastica di difesa rivela la nostra debolezza. Già il genio della monotonia è all'opera per cancellare l'Europa, l'ultima [[Grecia]] della [[storia]], dalla lavagna epocale. (da ''La monotonizzazione del mondo, (1925)'', pp. 72-73)